Nuova Pescara, scontro sul rinvio Spoltore ora apre un caso politico

6 Novembre 2022

Masci e De Martinis hanno già detto sì all’ipotesi 2024, ma l’amministrazione Trulli frena ancora Giovedì prossimo il voto decisivo in consiglio: pesa il mancato accordo su canile e sede della Regione

PESCARA. È una settimana cruciale per la Nuova Pescara. Giovedì prossimo il consiglio comunale di Spoltore prenderà la decisione ufficiale in merito al rinvio di un anno del processo di fusione. La legge regionale in vigore fissa la data di istituzione della città unica al 1° gennaio 2023, con ipotesi di slittamento di un anno, deciso dai tre consigli. Basta che uno solo dei tre non raggiunga la maggioranza dei due terzi a bloccare il rinvio. Il consiglio di Pescara ha votato positivamente il provvedimento lo scorso 17 ottobre; venerdì 28 è toccato a Montesilvano. Spoltore, che si era riunito il 27, a sorpresa ha preferito non decidere e rimandare tutto al 10 novembre, fondando la decisione sui 30 giorni, previsti dalla legge regionale, dalla trasmissione in Regione (avvenuta il 12 ottobre) della relazione conclusiva votata dall’assemblea costituente, mentre gli altri due Comuni hanno contato 30 giorni dall’approvazione. Tutti gli occhi sono puntati ora sulla imminente assemblea di Spoltore, il cui esito non è scontato. Il presidente Lucio Matricciani non ha mai nascosto il suo completo disaccordo con lo slittamento di un anno: «Il consiglio ha chiesto più tempo per decidere nel rispetto della normativa regionale», aveva detto nei giorni scorsi. «La nostra interpretazione è corretta perché nasce da un confronto con l'ufficio legale della Regione. Ho già detto più volte che, personalmente, considero la scadenza del 2024 inaccettabile: il mio auspicio è che il 10 novembre il nostro consiglio, tutto insieme, decida di evitare il rinvio a quella data».
Il cammino per la Nuova Pescara si è fatto tortuoso specie nelle ultime settimane di fronte ad alcuni temi che hanno generato uno scontro aperto tra Spoltore e Pescara. Uno riguarda il canile che Pescara vorrebbe realizzare in un terreno di Spoltore, senza però la condivisione con l’amministrazione di quest’ultima che non è per nulla favorevole. La seconda questione riguarda la futura sede della Regione che sorgerà su una porzione dell’area di risulta a Pescara per effetto di una convenzione firmata dal sindaco Carlo Masci e dal governatore Marco Marsilio. Anche in questo caso l’obiezione è l’assenza di condivisione con le città vicine. Da Spoltore la proposta alternativa per il palazzo regionale sta nei «nove ettari di terreno a Villa Raspa, nei pressi dell’Arca, dove viabilità e parcheggi non mancano», aveva detto il presidente.
Se la posizione di Matricciani appare contraria al rinvio, dovrebbe essere diversa la linea del centrosinistra a livello provinciale, decisa a inizio ottobre, confermata dal segretario provinciale del Pd Nicola Maiale, per direzionare il voto verso il rinvio, in maniera univoca su tutti e tre i consigli comunali. Sia a Montesilvano che a Pescara, gli esponenti di centrosinistra, all’opposizione, hanno dato il loro via libera allo slittamento al 2024. Resta da capire cosa faranno i loro colleghi, che a Spoltore rappresentano la maggioranza del sindaco Chiara Trulli.
La Regione intanto sta a guardare, con pronta nel cassetto la bozza di modifica della legge regionale che porta l’istituzione della Nuova Pescara al 1° aprile 2027, se i tre Comuni dimostreranno di aver raggiunto risultati precisi entro novembre 2023.
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