"O spostano le antenne o sarà guerra"

Rabbia a San Silvestro, il tecnico della piattaforma in mare contesta i dubbi del ministero

PESCARA. Rabbia e amarezza tra i cittadini di San Silvestro dopo la bocciatura da parte del ministero, a firma di Francesco Troisi, direttore per la Pianificazione e la gestione dello spettro radioelettrico, del progetto di spostamento delle antenne sulla piattaforma off-shore.

La reazione di chi vive nel quartiere pescarese invaso dai ripetitori non si è fatta attendere. «Il sindaco Luigi Albore Mascia e il presidente della Regione Gianni Chiodi ci hanno assicurato che le antenne sarebbero andate via», ricorda la presidente dell'associazione Antiantenne, Brunella Di Lizio, «Se le antenne non venissero delocalizzate, diciamo già da ora che i cittadini di San Silvestro e Francavilla cominceranno una vera e propria guerra. Questo è l'anno decisivo», incalza, «perché ci sarà il passaggio al digitale. L'impegno preso con i cittadini dev'essere rispettato. Nessuno degli impianti di San Silvestro ha l'autorizzazione regionale. Da anni la legge non viene rispettata a vantaggio dei privati e a scapito di noi poveri residenti. La nostra salute è a rischio».

Di recente, da San Silvestro è partito un esposto alla magistratura per chiedere che venga accertato se le patologie riscontrate tra chi abita sotto la selva di ripetitori possano essere conseguenza della continua esposizione ai campi elettromagnetici: in allegato la perizia dell'Istituto nazionale di tumori di Milano, che rilevava «l'esistenza di una relazione tra il rischio di contrarre leucemie e linfomi nei bambini esposti all'elettrosmog».

«Purtroppo a noi sembra ancora che ci stiano buttando fumo negli occhi», osserva un residente del quartiere, «ci sono troppi interessi che ostacolano le soluzioni. In questa zona è morta di tumore una donna di 40 anni, ma non è la sola».

Roberta Venditti, 21 anni, racconta di essere cresciuta con lo spettro dell'elettrosmog. Ha perso nonna e bisnonna per un tumore, anche se non sa, e la scienza medica non lo ha ancora dimostrato, se esista un legame tra la malattia e le onde elettromagnetiche emanate dai ripetitori.

«Da quando ero bambina partecipo a cortei e manifestazioni contro le antenne, i disagi per noi residenti sono reali. Un esempio su tutti: quando mia sorella suona la sua chitarra elettrica, l'amplificatore è perennemente disturbato dalle interferenze delle stazioni radio». «La Regione da tre anni lavora al caso di San Silvestro, interessatissima affinché si trovi una reale soluzione», sostiene il dirigente del settore Ambiente della Regione, Antonio Sorgi, ancora all'oscuro delle considerazioni presenti nella nota di Troisi. «È stata nostra la volontà di coinvolgere l'Università dell'Aquila e l'ingegner Fabio Graziosi, in modo da presentare a Roma una proposta risolutiva basata sulla competenza di persone realmente preparate». Poi specifica: «Dal ministero non ci hanno ancora notificato perplessità sul progetto di utilizzare per le antenne una piattaforma off-shore. La posizione ufficiale della Regione non è cambiata», rimarca, «su questo siamo sempre stati chiari, ufficializzando ai cittadini la nostra disponibilità a dislocare i ripetitori e, dopo l'approvazione in giunta, abbiamo trasmesso al ministero la delibera». Ora Sorgi attende da Roma un responso ufficiale sui punti critici allo spostamento in mare delle antenne rilevati da Troisi e sui quali è disposto «a ragionare in un tavolo tecnico».

Graziosi, che ha condotto lo studio di fattibilità della piattaforma, risponde punto per punto alle problematiche sollevate da Troisi: «Innanzitutto non esiste alcuna difficoltà di riposizionamento delle antenne», sostiene, «dato che le uniche aree interessate dalla variazione dell'orientamento delle antenne sarebbero a Montesilvano Colle (zona ovest), Pescara Colli e il cono d'ombra di Silvi, dove in ogni caso i tecnici dovrebbero effettuare operazioni legate alla questione del passaggio al digitale».

Sulle interferenze precisa: «Esiste un accordo internazionale Transadriatico, stipulato tra Italia e Paesi costieri, che impedisce alle reti italiane in singola frequenza (broadcasting) di accavallarsi a quelle estere. Per quanto riguarda le frequenze locali, invece, si può trovare una soluzione assegnando canali compatibili con quelli degli amici croati, gestendo il problema a livello regionale. I controlli sulla piattaforma sono facilmente gestibili, in quanto dista solo cinque chilometri dalla costa. Inoltre oggi siamo dotati di apparecchiature adatte alla manutenzione». L'ingegnere spiega che la piattaforma off-shore dovrebbe essere costruita utilizzando il metodo del co-siting, un nuovo sistema che permetterebbe di diminuire notevolmente gli interventi di manutenzione, risolvendo il problema dei costi sollevato nella nota di Troisi.

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