Oberata dai tanti debiti, salvata dal Fondo antiusura a Pescara

Il dramma di una donna che non poteva più pagare bollette e rate dei prestiti. È stata salvata da un finanziamento di 27mila euro

PESCARA. Ha rischiato di finire in mano agli usurai perché non riusciva più a pagare le bollette e le rate dei prestiti. È stata salvata per un pelo, perché il Fondo antiusura dell’Adiconsum le ha concesso un finanziamento per poter tirare avanti. Questa è la storia drammatica di una donna di 43 anni, di Pescara, vedova con tre figli, che chiameremo Anna. La sua vita è andata avanti in maniera dignitosa per tanti anni, poi è improvvisamente cambiata quando il marito è morto. Da allora sono cominciati i problemi economici e Anna è finita in una spirale dalla quale non è più riuscita ad uscire.

«I problemi economici si sono manifestati agli inizi del 2002 dopo la morte di mio marito Sergio», racconta la donna, «l’improvvisa e notevole riduzione delle entrate e il rapido assottigliamento dei pochi risparmi hanno progressivamente causato lo squilibrio del bilancio familiare».

«Ho dovuto farmi forza per superare il lutto», prosegue Anna, «e a 43 anni cercare un lavoro che mi consentisse di guadagnare il necessario per portare avanti la famiglia di tre figli. Ho iniziato a lavorare alla fine del 2003, ma solo con un contratto part time a tempo determinato, per poi raggiungere il tempo indeterminato e full time alla fine del 2005». I figli a suo carico sono Emilio, 31enne disoccupato, e Simone, 17enne studente. «Mentre Sandra si è sposata», spiega, «e per fortuna percepisce un buon reddito che le permette di aiutarmi».

La donna, a questo punto, è stata costretta a chiedere dei prestiti per poter pagare i debiti arretrati contratti quando ancora non lavorava. «Il ricorso all’aiuto delle banche e delle finanziarie», dice, «si è purtroppo reso necessario per ripianare i disavanzi accumulati negli anni bui vissuti dopo la scomparsa di mio marito». «La voce di debito più consistente», precisa, «è rappresentata dalla rata di mutuo per l’acquisto della prima casa per l’importo di 490 euro al mese. Rata che viene regolarmente pagata da mia figlia Sandra. Poi, il fido di una banca di 3.000 euro è il primo dei prestiti accesi per avere liquidità. Invece, il prestito di una finanziaria, con rata di 223 euro al mese, si è reso necessario per far fronte alle crescenti esigenze di liquidità». «Infine, il prestito personale della stessa banca del mutuo, con rata di 262 euro al mese, è stato acceso per sostituire la vecchissima e non più utilizzabile automobile, dovendo percorrere circa 30 chilometri al giorno per recarmi al lavoro da Pescara a Chieti e ritorno».

I prestiti non finiscono qui. «La necessità di liquidità», rivela, «mi ha spinto via via a chiedere altri piccoli prestiti anche a mia madre pensionata. Così, il totale delle rate che grava attualmente sul mio reddito ammonta a circa 800 euro mensili, senza contare la rata del mutuo che viene pagata da mia figlia. Le entrate, pari a 2.000 euro mensili, derivano dal mio stipendio e dalla pensione di reversibilità di mio marito deceduto». «Le grandi difficoltà a far quadrare i conti», fa notare Anna, «non mi hanno impedito di pagare con regolarità le rate dei finanziamenti, ma sono rimasta indietro con il bollo auto, le bollette, il condominio». Poi, altre spese impreviste. Per questo la donna ha pensato di rivolgersi agli usurai. Ma l’accoglimento della sua domanda da parte del Fondo antiusura l’ha salvata. Il prestito concessole è di 27.260 euro.

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