Omicidio-suicidio meditato da tempo

26 Giugno 2014

Il pensionato aveva programmato di uccidere la moglie malata, stamattina l’autopsia sui corpi di Ranalli e Pierfelice

SPOLTORE. Sarà effettuata stamattina in ospedale, dall’anatomopatologo Cristian D’Ovidio, l’autopsia sulle salme dell’89enne omicida-suicida Domenico Ranalli e della sua vittima, la moglie Eleonora Pierfelice, di 85 anni. Martedì, nella casa di via Aterno 14, a Santa Teresa, l’anziano ha ucciso a martellate la coniuge, affetta da una patologia neurologica degenerativa, e poi si è tolto la vita nel fiume Pescara. I funerali della coppia si dovrebbero svolgere domani, alle 10, nella chiesa di Santa Teresa d’Avila.

Dalle indagini dei carabinieri di Pescara, agli ordini del capitano Claudio Scarponi, è emerso che il pensionato avrebbe agito con premeditazione. A mettere fine alla sua vita e a quella della moglie malata, che aveva sposato 71 anni fa, Ranalli ci stava forse pensando da un po’. A comprovare che non si sia trattato di un raptus di follia, scattato nella mente dell’89enne all’improvviso, ci sono il biglietto lasciato dall’uomo, scritto con una grafia incerta e sintassi confusa subito dopo o anche prima di scagliarsi con violenza contro la moglie, e i soldi, 1600 euro, trovati dai carabinieri accanto al biglietto, l’ultimo regalo dell’anziano agli amati nipoti. C’è poi la corda che Domenico Ranalli ha utilizzato per legarsi prima di gettarsi nel fiume, pochi minuti dopo l’omicidio della moglie, che il pensionato si era procurato prima di mettere in atto il suo piano di morte. Una seconda corda è stata rinvenuta nel bagagliaio della Panda con la quale l’anziano ha raggiunto il luogo del suicidio. Nel biglietto d’addio, il pensionato chiede scusa agli amici di Santa Teresa per aver deciso di uccidere l’amata moglie e saluta figli e nipoti, ai quali ha destinato anche i suoi modesti risparmi. Nella casa di via Aterno, l’89enne ha agito alle 7 di martedì: con un martello ha colpito alla testa la consorte Eleonora, che si trovava ancora in camera. Alle 7,20, ha telefonato alla figlia Giuseppina, che abita non lontano dai genitori, per informarla di aver ucciso la madre e di avere intenzione di suicidarsi. La figlia ha chiamato i carabinieri, che in via Aterno hanno trovato Eleonora Pierfelice agonizzante in un lago di sangue. Trasportata con l’ambulanza in ospedale, l’85enne è morta in pronto soccorso. Pochi minuti dopo, i carabinieri hanno rinvenuto il corpo senza vita di Ranalli, nel tratto di fiume accanto al parcheggio del centro commerciale Auchan-Mall.

L’uomo si era legato a una corda, a un paletto che lui stesso aveva conficcato sull’argine, prima di gettarsi in acqua per morire.

Nessuno dei vicini di casa dei coniugi Ranalli ha sentito niente al momento dell’omicidio. La coppia, marito e moglie, che abita al piano di sotto racconta di non aver sentito urlare Eleonora Pierfelice quando il marito l’ha presa a martellate.

«Non abbiamo sentito grida d’aiuto o di dolore», affermano i vicini, «niente di niente, sembrava una mattina tranquilla, come tante. Loro di solito scendevano alle 9 per andare a fare la spesa». Martedì invece, Domenico Ranalli è uscito molto prima delle 9, per farla finita, dopo aver assassinato la moglie.

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