«Ospedali, Venturoni si dimetta»

Il Pd sferra l’attacco, l’assessore replica: loro volevano chiuderli

PESCARA. «Ci troviamo di fronte al fallimento totale della classe dirigente di centrodestra. Siamo commissariati e per di più Roma impone il numero degli ospedali, ma Venturoni che cosa ci sta a fare? Non sarebbe più dignitoso che si dimettesse? Ciò che deve e può interessare a Roma è solo il piano di rientro, poi l’organizzazione della sanità la decide l’Abruzzo». Il giorno dopo l’annuncio del ministro della Salute Ferruccio Fazio sulla riduzione da ventidue a nove del numero degli ospedali in Abruzzo, il centrosinistra va all’attacco della giunta Chiodi e chiede la testa dell’assessore alla Sanità Lanfranco Venturoni (Pdl). La richiesta, diretta, la fa il capogruppo Camillo D’Alessandro, ma alla sue spalle si muovono tutti gli esponenti del partito che nel passato si sono interessati della sanità abruzzese tentando di curare i suoi “mali”.

L’affermazione, drastica, del ministro viene vista come una interferenza in una regione che politicamente non sa più difendersi. «In un’epoca in cui il centrodestra riempie i suoi discorsi di federalismo, e con le Regioni che sono dotate di poteri esclusivi sulla sanità, questo centrodestra non riesce a decidere nulla in autonomia ed è di fatto commissariato su tutto», mette il dito nella piaga il senatore pd Giovanni Legnini: «L’Abruzzo ha perso ogni autonomia decisionale su temi strategici per il suo futuro a partire dal modello della ricostruzione dell’Aquila che è stato di fatto deciso a Roma, passando per l’utilizzo dei fondi Fas, fino alla sottrazione di 500 milioni di euro di infrastrutture subita dal centrodestra senza battere ciglio».

Secondo Legnini, dopo le riforme e il piano di rientro del centrosinistra e lodati anche da Fazio perché stanno dando risultati positivi, da un anno e mezzo c’è il vuoto: «Non è pensabile che dopo 18 mesi di immobilismo e confusione, ora il centrodestra imponga tagli solo alla sanità pubblica senza dire una parola sul ruolo della sanità privata: le scelte sulla sanità devono essere fatte con il pieno coinvolgimento di sindaci e forze sociali».
«Le dichiarazioni del ministro non sono supportate dai fatti», si inalbera il consigliere regionale Franco Caramanico, ex assessore nella giunta Del Turco, «si cerca di far passare un provvedimento sconsiderato, mascherandolo dietro i presunti obblighi di rientro dal pesante deficit della sanità».

E l’assessore che cosa dice? Venturoni, sentendosi tirato per il bavero dopo le affermazioni di Fazio, non ci sta. E si sfoga: «Al posto di chi mi attacca mi vergognerei, invece, di blaterare. Sono loro che hanno ridotto la Sanità in questo modo, sono loro che hanno tolto 200 milioni alla sanità pubblica per altri interessi. E i cittadini si aspettano che noi rimettiamo le cose a posto altrimenti continueranno a pagare di più». Venturoni torna a parlare del piano e contrariamente a quanto annunciato da Fazio, ripete che gli ospedali piccoli non chiuderanno ma saranno rinconvertiti a seconda delle specializzazioni e dei degenti acuti e cronici. Un esempio? «L’ospedale di Gissi sarà per la lungodegenza e dovrà comunque affrontare le emergenze. Chi stava per chiudere gli ospedali era Del Turco: noi dobbiamo razionalizzare il servizio dicendo alle strutture quello che devono fare. Solo così si può abbassare il rapporto posti-letto per abitante: l’Abruzzo è al 4,2, la “rossa” Toscana è al 3,5, ma lì non urla nessuno».

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