Palazzi Di Properzio, Cantagallo a giudizio per abuso d'ufficio

Montesilvano. Cade l'accusa di corruzione perché "il fatto non sussiste", l'ex sindaco rinviato a giudizio per abuso d'ufficio e abuso edilizio

MONTESILVANO. "Il fatto non sussiste". Con questa formula, questa mattina, è caduto il reato di corruzione a carico dell'ex sindaco di Montesilvano Enzo Cantagallo sul caso di due palazzi sequestrati in via Finlandia. Se dalla corruzione è stato prosciolto, Cantagallo è stato rinviato a giudizio con altri tre per i reati di abuso d'ufficio e abuso edilizio. Si tratta del terzo processo a carico di Cantagallo. Ma la prescrizione incombe: nel giro di un anno, ogni accusa sarà estinta.

Rinviati a giudizio anche l'ex dirigente comunale Rolando Canale, l'ex assessore ai Lavori pubblici Cristiano Tomei e l'imprenditore Carlo Di Properzio. Fuori dal processo l'ex sindaco Renzo Gallerati e l'ex vicesindaco Vincenzo Brocco: il reato di abuso, contestato loro, si prescritto già.

Dopo la richiesta di proscioglimento dalla corruzione arrivata dal pm Gennaro varone, anche il gup Maria Michela Di Fine ha cancellato questa ipotesi dal processo che partirà il prossimo 24 maggio.

Durante le indagini preliminari sfociate nei palazzi di via Finlandia, l'accusa ha considerato un contributo elettorale di seimila euro dato da Di Properzio a Cantagallo con un bonifico come una mazzetta. Di qui, l'accusa di corruzione: un reato che da oggi è scomparso.

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