Parco pubblico in centro inaccessibile da sei anni

Il Michetti in via del Concilio è chiuso dal 2010 per mancanza di personale Ora la Provincia avvia la gara per affidare la gestione dell’area a un privato

PESCARA. È un’area verde nel cuore della città, una rarità in quella zona dove il cemento ha invaso ogni tipo di spazio. Parliamo del parco Michetti, in via Avezzano, posizionato tra i palazzi del potere di Provincia e Comune e la rampa dell’Asse attrezzato di piazza Italia. Del parco, in effetti, è rimasto solo il nome. Quel piccolo polmoncino verde, frequentato in passato soprattutto da mamme e bambini, è inaccessibile da ben sei anni. I cancelli sono chiusi dal lontano 2010, da quando l’allora presidente della Provincia Guerino Testa decise di aprirli, dopo una lunga chiusura del parco, per una cerimonia particolare: la piantumazione di un cedro in ricordo delle sei vittime del terremoto del 2009 nella provincia di Pescara. In quell’occasione l’allora presidente promise un rilancio del parco, ma poi non se ne fece più nulla. I motivi? La carenza di risorse e la mancanza del personale addetto alla gestione.

Fatto sta che da quel giorno l’area verde è rimasta abbandonata e inaccessibile ai cittadini. E ora l’attuale presidente della Provincia Antonio Di Marco spera di poterla riaprire affidando a un privato la gestione. Per questo è stato avviato un bando per la ricerca di un operatore economico, bando che scadrà il prossimo 20 luglio.

Ma le condizioni per ottenerne l’aggiudicazione rischiano di far restringere il campo di eventuali privati interessati. Chi ottiene la gestione del parco dovrà pagare anche un canone, pari a 1.500 euro l’anno, ma la gara è al rialzo, per cui verrà scelta l’offerta economicamente più vantaggiosa. Il valore della concessione è stato stimato in 90.000 euro. Oltre ai 18.000 euro per la locazione per 12 anni, è stato valutato in 36.000 euro il costo da sostenere per la manutenzione dell’area e in altri 36.000 euro le spese di investimento ipotizzate, sempre nell’arco di 12 anni, cioè la durata della concessione.

L’operazione, quindi, potrà risultare vantaggiosa solo se il privato deciderà di investire in una struttura all’interno del parco, come ad esempio un chiosco bar.

In qualunque caso, come spiega la Provincia, «sulla scelta del concessionario peserà molto la tipologia del progetto di rilancio del parco, che dovrà prevedere strutture, arredi, attrezzature e servizi. Elementi che accresceranno il punteggio attribuito dalla commissione esaminatrice, chiamata a giudicare l’attendibilità dell’offerta».

Verranno valutati, inoltre, il progetto di manutenzione del verde, il programma delle attività e le offerte migliorative proposte.

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