Pedane esterne da smantellare: i baristi minacciano lo sciopero

Gli esercenti chiedono la proroga, ma per il Comune i parklet non rispettano il Codice della strada. Scoppia la protesta: «Prima ci hanno fatto spendere per metterli a norma e ora ci dicono di toglierli»
PESCARA. Se lo smantellamento dei parklet sarà confermato, bar e ristoranti saranno pronti alla protesta; potrebbe trattarsi di uno sciopero – di massimo due giorni – oppure di una manifestazione pubblica per bloccare, simbolicamente, le attività in città. Resta il fatto che gli esercenti si dicono “compatti” nel difendere i colleghi che, entro il 31 di ottobre, potrebbero essere costretti a togliere le pedane dei tavolini all’esterno.
È quanto annunciato da Carlo Miccoli, presidente provinciale della Fibe Confcommercio e titolare dello storico bar Excelsior che – insieme agli esercenti coinvolti – promette battaglia contro la decisione del Comune di non prorogare l’autorizzazione prossima alla scadenza.
«Non è una decisione giusta per i nostri colleghi e non possiamo restare in silenzio, dobbiamo agire», dichiara Miccoli. «Se nei prossimi giorni l’amministrazione comunale non troverà una soluzione, organizzeremo uno sciopero di due giorni o una manifestazione collettiva. Siamo stanchi: nonostante tutto quello che facciamo per la città, veniamo trattati senza rispetto e, soprattutto, senza alcun confronto. Già dobbiamo gestire il problema della sicurezza e le limitazioni legate all’ordinanza Cenerentola, questo è un altro colpo». Le pedane – che circa venti locali utilizzano per sistemare sedie e tavolini all’esterno – erano state introdotte nel periodo post Covid, quando le norme sanitarie imponevano il distanziamento nei locali pubblici. Oggi, però, le necessità legate all’emergenza sanitaria non sussistono più e il Comune ne chiede lo smantellamento, appellandosi all’articolo 20 del Codice della strada. L'articolo vieta l’occupazione della carreggiata su autostrade, strade extraurbane e urbane di scorrimento consentendola, invece, sulle strade di quartiere, a patto che non ostacoli la circolazione dei veicoli. Ma secondo gli esercenti, episodi analoghi non si sarebbero mai verificati.
«È una situazione ridicola perché in cinque anni non abbiamo mai registrato incidenti», dichiara Massimo Bottarini, titolare di bar Napoli, «in altri comuni i parklet esistono da anni, eppure queste dinamiche non si sono mai verificate. Tutta questa situazione colpisce una categoria che, ogni giorno, si batte per la città tentando di farla vivere». Tra le conseguenze dello smantellamento dei parklet, la perdita di clientela e il taglio di personale: «Senza tavolini e sedie fuori perderemo clientela», dichiara Giorgio Peruzzi, titolare del bar San Francesco, «sarebbe un disagio per tutti: abbiamo pagato 10mila euro soltanto per installarli, altri tremila euro per metterli a norma e, adesso, si aspettano che spendiamo altri soldi per smantellarli». Gli esercenti temono anche possibili licenziamenti o ricorsi a contratti part-time. «C’è il rischio concreto di perdere posti di lavoro», dichiara Francesco Petrini, titolare di Enoteca Centrale, «con meno tavoli avremo bisogno di poco personale. Bisogna trovare un accordo, anche perché ci abbiamo investito tanto: circa un anno fa il Comune introdusse l’obbligo di introdurre pannelli in vetro infrangibile e trasparente, supportati da telai in metallo». Adeguamenti che hanno comportato costi significativi per gli esercenti e che, oggi, con l’incertezza sulla proroga, rischiano di trasformare investimenti già sostenuti in spese inutili. «Diecimila euro spesi a vuoto», protesta Andrea Mariani, titolare del Bar delle Rose, «a me sembra una follia tutta questa storia: ormai le persone si sono abituate a stare fuori, senza i tavoli rischiamo di andare tutti in rovina. La questione è seria e pretendiamo una soluzione».