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Pescara: carburanti a prezzi bassi, ma dietro c'era la frode da 82 milioni di euro

Indagini della Finanza scoprono il raggiro con quale due società di distributori in città e provincia riuscivano a praticare tariffe super concorrenziali: indagati in 56 e sequestrati terreni, fabbricati, quote sociaterie e contanti per 11,7 milioni di euro

PESCARA. Una frode fiscale da 82 milioni di euro è stata scoperta dalla guardia di finanza di Pescara: 56 indagati e sequestri di beni richiesti per 16,7 milioni di euro. Le indagini sono partite dopo due verifiche avviate nel 2019 nei confronti di due società pescaresi che gestiscono alcuni distributori di carburanti nel capoluogo e in provincia e che riuscivano a praticare prezzi concorrenziali rispetto ad altri.

Le due società pescaresi _ delle quali non sono state fornite al momento altre indicazioni _ avrebbero in cinque anni venduto 8mila tonnellate di carburanti in maniera slealmente concorrenziali, con un'evasione di 18 milioni di euro di Iva, recuperata incon i sequestri effettuati nelle ultime ore per un valore di 11,7 milioni di euro tra terreni, fabbricati, quote societarie e contanti.

Secondo la Finanza, le indagini sono partite quando dai primi riscontri è emerso come i prezzi di acquisto dei carburanti risultassero sistematicamente più bassi anche di quelli all'ingrosso praticati da note compagnie. Rilevata questa anomalia, le Fiamme gialle hanno iniziato ad indagare sulla filiera di approvvigionamento e sui fornitori del prodotto. Sono così stati scoperte 29 società cartiere (di fatto inesistenti o fittizie) che, frapposte nella filiera commerciale, ed evadendo l'Iva, facevano in modo di fornire alle società poi controllate un prodotto a basso costo perché sgravato dall'Iva evasa. In pratica la società cartiera acquistava solo sulla carta il carburante dal grossista, emettendo una lettera di intenti falsa con la quale si dichiarava esportatore abituale, per beneficiare dell'esenzione Iva, con il carburante poi destinato alle imprese pescaresi che lo immettevano sul mercato a prezzi concorrenziali. I 56 indagati devono rispondere di dichiarazioni fraudolente ed emissione di fatture false: tre sono abruzzesi mentre gli altri sono di regioni del Nord e Centro Italia.

Nei giorni scorsi, su 16,7 milioni di euro richiesti a sequestro, i militari hanno eseguito un sequestro di 11,766 milioni di euro, e nel dettaglio 25 immobili (terreni e fabbricati) per 6,3 milioni di euro, quote societarie per 2 milioni e disponibilità contanti per 3,5 milioni. Sempre secondo la Finanza, le due società pescaresi avrebbero in cinque anni venduto 8mila tonnellate di carburanti in maniera slealmente concorrenziali, con un'evasione di 18 milioni di euro di Iva, recuperata in gran parte con i sequestri effettuati nelle ultime ore.