Pescara, D'Amario al telefono "Dirigenti Asl incompetenti" Poi rinnova il contratto a tutti

Il manager intercettato si sfoga: "Al Patrimonio è un disastro devo cambiare tutto Chissà cosa mi fanno firmare".  Ma poi li conferma tutti

PESCARA. «I dirigenti della Asl sono incompetenti». Lo dice Claudio D'Amario, direttore generale della Asl di Pescara, intercettato dalla squadra mobile: è il 24 marzo dell'anno scorso quando il manager di Francavilla, scelto dal presidente della Regione Gianni Chiodi e dall'ex assessore alla Sanità Lanfranco Venturoni, si sfoga e viene intercettato da una cimice della polizia che indaga sull'appalto gonfiato, da due a quasi sette milioni di euro, del polo materno infantile. Nelle centinaia di pagine delle intercettazioni, telefoniche e ambientali, allegate agli atti dell'inchiesta e non più coperte da segreto, D'Amario si lamenta e dice che è «circondato» di «incompetenti» e, così, se la Asl finisce nella bufera la colpa non può essere sua. In questa indagine esplosa con cinque arresti il 15 marzo 2010, D'Amario è stato indagato per falso ma, poi, la sua posizione è stata archiviata su richiesta del pm Gennaro Varone.

«INCOMPETENTI».
Nelle intercettazioni, D'Amario parla dei dirigenti Asl: «Io sono circondato», si lamenta conversando con il suo avvocato. Sono tre i funzionari contestati da D'Amario: in un colloquio con una dirigente Asl fidata, D'Amario annuncia «i nuovi assetti degli uffici» e si fanno i nomi e i cognomi di altri due dirigenti. È così che la dirigente confessa a D'Amario che «è tutta gente che si benissimo come è fatta, tanto è vero che uno non fa più nulla da un mese a questa parte». Ma quelli che D'Amario bolla come dirigenti «incompetenti» il 24 marzo 2010 hanno ottenuto la proroga dei contratti il 25 ottobre scorso: il manager si è ricreduto.

«FA ACQUA».
Parlando sempre degli stessi funzionari con il contratto appena prorogato, D'Amario si lamenta della «struttura del bilancio che fa acqua da tutte le parti in quanto gestito da persone incompetenti»: secondo il manager, «sarebbe il caso di chiamare gente esperta nei lavori dell'edilizia pubblica». Stando alle intercettazioni, l'immagine che D'Amario offre della Asl è quella di un ente malato.

Di un'altra dirigente, la terza con il contratto prorogato poco più di un mese fa, D'Amario dice: «Quella è succube di quell'altra, sono circondato». Non si fida D'Amario ma il contratto, un anno e sette mesi dopo, è stato rinnovato.

«CAMBIO TUTTO».
In un'altra discussione intercettata del 19 marzo 2010, D'Amario si lamenta ancora: «Io ci metto tutto me stesso però mancano dei riferimenti seri, capito? Facciamo un esempio, pure il discorso del Patrimonio là quello è un disastro, è da rifare tutto capito?». D'Amario è al telefono con il suo avvocato che gli dà un consiglio: «Il Patrimonio, direttore, deve assolutamente rimuovere».

Ecco la trascrizione del colloquio.
D'Amario: «Sì, cambiare tutto, togliere i capi dipartimento perché là così come è successo con queste cose... che ne sai ogni gara che questi mi fanno che cavolo mi fanno firmare, capito? Perché tanto loro risponde la procedura, ma io rispondo della delibera».
Avvocato: «Come autore della delibera... ma non si preoccupi, lei si fa uno staff».
D'Amario: «Lo so, ma questa gente la devo mandare via perché è pericolosa».
Avvocato: «Lei deve fare tutto quello che si deve fare, si fa il suo staff di persone di fiducia, poche ma buone come si dice... questo è importante non è tanto il numero».
D'Amario: «Sì, sì».
Avvocato: «Ma la qualità perché poi a delegare... l'importante è che ci siano filtri attorno alla sua persona».

PREDECESSORI.
Ma gli «incompetenti» non sono soltanto i dirigenti di D'Amario: il 15 marzo 2010, il giorno dei cinque arresti e della perquisizione in casa e nell'ufficio di D'Amario - «È fastidioso perché vengono la mattina alle sei in casa», il commento a caldo -, il manager scarica anche sui precedenti direttori generali. Questa è la sintesi della squadra mobile: «D'Amario dice che lui ha subito l'incompetenza della precedente gestione». Commentando l'inchiesta sul polo materno-infantile, D'Amario punta un'altra volta contro i predecessori: «D'Amario», recita la trascrizione della polizia del 15 marzo 2010, «dice anche che i precedenti hanno detto a Zupo (l'ex dirigente della squadra mobile Nicola Zupo, ndr), hanno fatto i veri casini che hanno pagato un milione di euro senza alcun progetto».

«IL FANGO».
Parlando con l'allora direttrice amministrativa della Asl Tea Di Pietro, D'Amario, arrabbiato per l'inchiesta, si sfoga ancora lo stesso 15 marzo: «C'è stata incompetenza», afferma, «questo atto io come direttore generale l'ho subito per incompetenza». Poi prosegue: «Io mi devo beccare il fango peché i miei collaboratori non sono stati all'altezza, dottoressa, è inutile che ci giriamo, ognuno si deve assumere le proprie responsabilità però se uno avesse vigilato, oggi, questa costa fastiodiosissima... perché se io avessi preso i soldi è un problema mio ma non è giusto moralmente se una legge che hanno fatto ieri sera... mo' non lo so però questa legge io l'ho trovata tanto è vero che ho girato tutti i codici di appalto questa legge non esiste, gli è venuta in mente a Varone».

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