Pescara, diffida alla Regione per la vendita dell'ex Cofa

Fli ribadisce la contrarietà alla vendita mediante trattativa privata e presenta una diffida alla Regione perché si provveda ad un'asta pubblica. Critiche anche a Mascia: "Il Comune non può rinunciare all'aria"

PESCARA. Fli torna ad esprimere la sua contrarietà alla vendita, mediante trattativa privata, delle aree dell'ex Cofa sul lungomare di Pescara alla Camera di commercio. In una conferenza stampa, i rappresentati locali e regionali del partito hanno annunciato di avere inviato, nelle settimane scorse, una diffida alla Regione a procedere alla trattativa privata, privilegiando invece l'asta pubblica. "Quello che chiediamo", ha spiegato il consigliere regionale, Berardo Rabbuffo, che ha presentato la diffida, oltre che interrogazioni sull'argomento, "è solo il rispetto della legalità, cioè fare gare ad evidenza pubblica. Vogliamo regole chiare per tutti".

Critiche sono state rivolte poi al Comune di Pescara per avere rinunciato a quelle aree "strategiche per la citta", pur potendo esercitare su di esse il diritto di prelazione. Per il capogruppo alla Provincia, Gianni Teodoro, l'amministrazione comunale avrebbe tutte le risorse, anche finanziarie, per partecipare ad una eventuale gara ed acquistare l'ex Cofa. Teodoro ha spiegato che il Comune, come affermato dallo stesso sindaco Mascia nel presentare il nuovo Piano triennale delle Opere pubbliche, ha una potenzialità di contrarre mutui, presso la Cassa depositi e prestiti, per l'annualità 2012, pari a 22 milioni di euro.

"Noi pensiamo quindi", ha sottolineato l'esponente di Fli, "che l'amministrazione possa acquistare subito l'area, dopo aver partecipato naturalmente e sollecitato l'indizione della gara pubblica. Ribadisco che si tratta di un'area importante e utile non solo per Pescara, ma per l'intero Abruzzo".

Teodoro ha fatto presente che il partito di Fli tornerà a sollecitare il Comune su tale vicenda. "Non riusciamo a capire la ragione", ha detto, "per la quale, pur essendo da 10 anni conduttore di quelle aree, l'amministrazione le abbia riconsegnate alla Regione. Poteva attendere ed oggi avrebbe avuto il diritto di prelazione e, pertanto, le avrebbe potuto acquistare direttamente".

© RIPRODUZIONE RISERVATA