Pescara, il pm Varone insiste: "D’Alfonso a giudizio per la Mare-monti"

Davanti al gup l’inchiesta sulla strada fantasma di Penne. Chiesto il processo anche per Toto, decisione il 28 marzo
PESCARA. A otto giorni dall’assoluzione di Luciano D’Alfonso e degli altri 23 imputati del processo per presunte tangenti in Comune, il pm Gennaro Varone – lo stesso dell’inchiesta Housework – insiste e chiede un altro rinvio a giudizio per l’ex sindaco, per tre componenti della famiglia Toto e altre 7 persone. Esaurito in una bolla il primo terreno di scontro tra il magistrato e il politico sul capitolo legato all’attività amministrativa di D’Alfonso in veste di ex sindaco di Pescara, ieri mattina dalle 9, al secondo piano che ospita le aule delle udienze preliminari, si è tenuta la nuova udienza sulla strada Mare-Monti di Penne, la Statale 81 Picena-Aprutina. L’udienza si è conclusa con la richiesta del pm di processo per D’Alfonso, stavolta nelle vesti di ex presidente della Provincia, per Carlo, Paolo e Alfonso Toto dell’omonima azienda, per il progettista della strada Carlo Strassil – che per questa vicenda venne arrestato il 19 aprile 2010 – e per l’ex provveditore alle opere della Toscana Fabio De Santis, all’epoca dell’inchiesta responsabile unico del procedimento. Nell’aula, di fronte al giudice per l’udienza preliminare Gianluca Sarandrea, si sono ritrovati ancora da un lato il pm Varone e dall’altro gli avvocati tra cui Giuliano Milia (per D’Alfonso) e Augusto La Morgia (per i Toto) mentre nessuno degli indagati ha partecipato all’udienza. Dopo alcune eccezioni proposte dai difensori e rigettate, il gup ha deciso che se per 11 persone il processo resta a Pescara, per altri due nomi si ramifica tra Roma e L’Aquila: il funzionario Anas Roberto Lucietti sarà giudicato all’Aquila e il tecnico romano Pa olo Cuccioletta a Roma. Poi, è stato il turno del pm che nella discussione si è riportato all’ordinanza di misura cautelare disposta all’epoca dal giudice per le indagini preliminari Luca De Ninis e ha chiesto il rinvio a giudizio per gli 11 nomi rimasti a Pescara. La decisione arriverà il 28 marzo. Cos’è la Mare-Monti? Una strada mai cominciata per davvero, il cui tracciato, stabilito dall’appaltatore e modificato ad arte per trarne vantaggi economici, avrebbe invaso la Riserva naturale del lago di Penne. Un’opera fantasma, una truffa per la procura che nel 2010, su impulso delle indagini condotte dal Corpo Forestale all’epoca diretto da Guido Conti, aprì un’inchiesta indagando per corruzione Strassil, De Santis, l’allora commissario straordinario Valeria Olivieri e i tre Toto accusati tutti anche di truffa. In questo fascicolo la posizione di D’Alfonso, accusato di due episodi di falso e di truffa, è marginale e anche in questo caso, com’era già accaduto nel processo finito con le assoluzioni, l’accusa dipinge il politico come «tutore, quale esponente di spicco della politica abruzzese, degli interessi dei Toto».
©RIPRODUZIONE RISERVATA