Locali pieni in centro a Pescara ieri sera, clienti con o senza mascherina (foto di Giampiero Lattanzio)

LA RIPRESA

Pescara: il ritorno della movida, ma anche delle zuffe in strada / FOTOGALLERY

La città si rianima, rispuntano i problemi di ordine pubblico come prima della quarantena

PESCARA. Un urlo: «Hai finito a campare». E giù una scarica di parolacce, pugni e spintoni. Così è terminata - alle 1,30 e a locali chiusi - la notte brava, la prima del dopo quarantena, di un gruppo di giovani facinorosi, senza mascherina di protezione e appiccicati l’uno all'altro, che la notte tra venerdì e sabato se le sono date di santa ragione nei dintorni di piazza Muzii. In un video, girato dai residenti, sono immortalate le immagini della vergogna: un gruppo di scalmanati, forse in preda ai fumi dell’alcol, ha reso ancora più movimentata la notte della movida pescarese, picchiandosi chissà per quale futile ragione, in mezzo alla strada, tra le auto in sosta.

Strilli, schiamazzi e botte. Nei fotogrammi si vedono giovani che si picchiano e ragazze che cercano di placare gli animi bollenti, e che corrono da una parte e dall’altra.

Oltre a questo episodio, c’è stato un po’ di trambusto messo su, poco prima delle 22 in piazza Martiri Pennesi, da stranieri ubriachi e urlanti, subito zittiti da una pattuglia dei carabinieri che hanno monitorato il territorio insieme alle volanti della polizia, della polizia municipale e della guardia di finanza. Come se il tempo si fosse fermato, come se il lockdown da coronavirus non fosse mai esistito, sembra essere riscattata l’emergenza sicurezza lungo le vie del divertimento.

Al comportamento scorretto di taluni, fa da contraltare “l’altra” piazza Muzii e dintorni, dove il popolo degli aperitivi, complice le temperature miti che invitano a stare all’aperto, sorseggia drink ai tavoli distanziati e si gode la ritrovata libertà con comportamenti impeccabili. Una folla composta e disciplinata che sciama impaziente già dalle 21, o che siede ai tavoli sparsi nella piazza davanti ai locali dove non si accede all’interno. Lo stop è imposto dalla segnaletica a terra e dai numerosi cartelli affissi sulle vetrine. (c.cor.)

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