Pescara, impronte digitali sull'auto del killer di Ceci

Omicidio del pentito della banda Battestini, tracce lasciate nella Punto ritrovata in via Gioberti

PESCARA. Il filtro di una sigaretta fatta a mano, alcuni capelli e varie impronte digitali. Sono le tracce che il killer di Italo Ceci ha lasciato dietro di sè. Tracce trovate ieri sera sulla Punto usata dall'assassino e ritrovata in via Gioberti ieri mattina, a poche ore dall'agguato in cui è rimasto ucciso il pentito della banda Battestini, ammazzato con tre colpi di pistola alle spalle in via De Amicis, davanti al negozio di vernici che gestiva col cognato.

AUTO RUBATA.
La Punto bordeaux usata dall'assassino è stata rubata a Montesilvano il 3 novembre dell'anno scorso. Le targhe invece sono di un furgone lasciato in conto vendita presso un autosalone in via Breviglieri. Probabilmente sono state rubate tra giovedì e venerdì, tanto che i proprietari non se ne erano accorti.

Per trovare anche il minimo residuo sull'auto a Pescara sono arrivati gli uomini del Gabinetto interregionale della Scientifica di Ancona, che hanno apparecchiature molto sofisticate in grado di rilevare impronte latenti e residui organici come peli, capelli o liquidi di ogni genere. E in effetti la ricerca non è stata inutile. Nella macchina gli uomini della scientifica hanno trovato impronte, capelli e il filtro di una sigaretta fatta a mano. Ma servirà tempo per dire se siano del killer o di qualcuno che ha usato la macchina prima di lui, magari gli stessi proprietari a cui è stata rubata.

BALLONE E DI RISIO.
Intanto gli investigatori scavano nel presente di Italo Ceci. Ma scavano soprattutto nel suo passato, quello nella banda Battestini. Proprio da quel passato sono partiti gli uomini della Mobile di Pierfrancesco Muriana che venerdì sera, a poche ore dall'agguato, hanno convocato in questura quattro persone. Tutti nomi noti, che riemergono dal passato criminale remoto e da quello un po' più prossimo. Due di loro sono proprio ex componenti della banda, Massimo Ballone e Claudio Di Risio. Gli altri due sono comunque personaggi di grosso calibro, legati al sodalizio messo in piedi dai fratelli Battestini negli anni '80 e a un'altra banda, più recente, quella degli assalti ai portavalori.

Tutti e quattro sono stati sottoposti allo Stub, l'esame che è in grado di rivelare se qualcuno ha sparato da poco. Dove vogliano andare a parare gli investigatori è chiaro: stabilire o escludere che sia stata la mano di uno di quei quattro a fare fuoco per tre volte contro Ceci. I quattro hanno detto che venerdì sera erano nelle loro case. Case che ieri mattina sono state controllate dagli uomini della Mobile.

AUTOPSIA E PROIETTILE.
Qualche altro elemento utile potrebbe arrivare dal proiettile rimasto nel corpo di Ceci ed estratto nel corso dell'autopsia che il medico legale Ildo Polidoro ha effettuato ieri sera. Un'ogiva in buone condizioni, infatti, potrebbe consentire agli investigatori di risalire alla pistola che ha sparato, un revolver.

SEQUESTRATO IL PC.
Intanto gli investigatori stanno passando al setaccio anche la seconda vita di Italo Ceci, quella che si era rifatto dopo essere uscito dalla banda e averne confessato tutti i segreti. Quella da commerciante di vernici nel negozio Color Quando, da angelo custode del quartiere che non negava mai un sorriso ai bimbi e li faceva giocare con il gatto che aveva adottato. Ma dal presente di Ceci, una compagna e un figlio adottivo, al momento non sembra venire fuori nulla. Così come dal primo esame su telefoni, pc e documenti sequestrati ieri a casa sua. Ceci verrà sepolto domani. I funerali alle 15.30 nella chiesa di Gesù Buon Pastore in viale Bovio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA