Pescara, invalida e con l’Alzheimer: arrestata dopo 10 anni 

A 75 anni deve scontare 2 mesi di arresti domiciliari per aver violato un foglio di via. Ma è malata e sulla sedia a rotelle, ha bisogno di uscire per le cure riabilitative

PESCARA. Per un banale foglio di via non rispettato, dieci anni fa, è stata condannata a scontare due mesi di arresti domiciliari. Solo che adesso non solo è arrivata alle porte dei 75 anni, che compirà il 19 agosto, ma è anche malata di Alzheimer e costretta su una sedia a rotelle dopo una delicatissima operazione all’anca. Sono i tempi e i modi della giustizia che hanno indotto la figlia e il nipote dell’anziana a rivolgersi a un avvocato. «Mia nonna non è praticamente più autosufficiente, non ricorda nulla», riferisce il nipote A.P., «è bloccata su una sedia a rotelle e questa pena da scontare, alla fine, è solo per chi deve accudirla 24 ore su 24, vale a dire la badante, mia madre o io. Oltretutto ha bisogno di fare delle cure riabilitative che ci obbligano a farla uscire. È vero, le sono concesse un paio di ore al giorno per questo, ma non bastano. Soprattutto in questo periodo. Come si può tenere bloccata a casa, con questo caldo, una persona anziana che ha bisogno di cure?».
Ad occuparsi della questione è adesso l’avvocato Pasquale D’Incecco che assiste la donna nella fase di esecuzione della pena e che nei prossimi giorni potrebbe presentare un’istanza al Tribunale di sorveglianza per chiedere che, almeno, venga ampliato il tempo a disposizione per le uscite necessarie alle cure e ai trattamenti.
Una storia che ha del paradossale, questa di Concettina B, originaria di Napoli ma da oltre quarant’anni residente a Pescara, dove ha vissuto in una casa popolare di Fontanelle, e oggi è residente a Montesilvano, dalla figlia dove, da giovedì, sta scontando i domiciliari. Secondo quanto riferisce il nipote A.P., tutto sarebbe nato da un episodio avvenuto nel 2007 quando l’anziana, allora quasi 65enne, fu accusata da un giovane di averlo derubato del portafoglio. Ne seguì una lite, intervennero le forze dell’ordine e alla fine della questione la donna, che all’epoca non risultava residente a Pescara, ma ancora a Napoli, fu allontanata con un foglio di via. Che lei, però, non avrebbe rispettato. Per questo nel 2007 viene indagata, e per questo nel 2010 arriva la sentenza di condanna che l’anno dopo, è il 2011 diventa esecutiva.
Ma Concettina non lo sa, mentre la memoria a poco a poco sbiadisce con l’avanzare della malattia. In compenso, con il passare degli anni è la giustizia che recupera la memoria, tanto che giovedì mattina manda i carabinieri a bussare a casa della figlia di Concettina con la notifica degli arresti domiciliari. Nel provvedimento emesso dall’ufficio di sorveglianza di Pescara lo scorso 27 giugno, oltre al resto, sono elencati i soliti divieti del caso tra cui divieto di detenere sostanze stupefacenti o armi e di frequentare pregiudicati e tossicodipendenti. Ma Concettina non lo sa. Concettina non ricorda nulla ormai.
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