Pescara, l’autopsia: la bimba è nata morta, ma il certificato diceva il contrario

I primi esami rivelano che non c’era più aria nei polmoni. Eppure, il certificato redatto dal reparto Ostetricia attesta il fatto che la bimba è nata viva, ma è deceduta subito dopo. Il primario: abbiamo fatto il possibile per salvarla
PESCARA. Secondo le prime indicazioni dall'autopsia, al momento del parto, avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì, la bimba di sette mesi era già morta. Eppure, il certificato redatto dal reparto Ostetricia attesta il fatto che la bimba è nata viva, ma è deceduta subito dopo. Saranno, dunque necessari approfondimenti per far luce su questa vicenda. Gli esami autoptici sono stati condotti dall'anatomopatologo, Giuseppe Sciarra, medico legale, nominato consulente tecnico della Procura, in seguito alla scelta dei genitori, originari di un piccolo comune della Val Fino nel Teramano, di presentare un esposto.
Nei polmoni della neonata – che non presentava malformazioni – non c’era più aria sin da subito e questo avrebbe vanificato qualsiasi tentativo di salvataggio. «I miei dottori hanno fatto il possibile», ha dichiarato Carmine D’Incecco, primario del reparto di neonatologia dell’ospedale civile. «Purtroppo c’è stato un distacco della placenta e questo costituisce una situazione molto grave, in cui il nostro personale è stato comunque presente e ha attivato la procedura di emergenza». Il distacco della placenta corrisponde a una perdita di aderenza alla parete dell'utero. A seconda dello stadio della gravidanza in cui avviene, della posizione e dell’entità, le situazioni cliniche si rivelano molto diverse tra loro: mentre nel primo trimestre i pericoli sono limitati, nel terzo la situazione può essere molto delicata. È stato il caso della bimba.
«In questi casi», ha ricordato D’Incecco, «il sangue non raggiunge il nascituro e con esso l’ossigeno, il nutrimento necessario. La situazione era disperata e non solo perché la gravidanza era al settimo mese. Il nostro reparto ha messo a disposizione due neonatologi». Di prassi, nonostante non ci sia il tempo di conoscere il gruppo sanguigno, viene utilizzata una sacca di sangue neutro: 0 negativo. «Abbiamo anche eseguito una terapia anti shock, con adrenalina, ma non è stato possibile fare niente». Il primario si è detto comunque dispiaciuto. «Siamo noi i primi ad essere profondamente colpiti da una tragedia del genere», spiega. «Ma è un fatto che è accaduto a Pescara, così come poteva accadere a Houston, ovunque. Qualcosa di totalmente imprevedibile».
Da parte dell'ospedale di Pescara non ci sarà nessuna indagine interna, lo ha detto il manager Asl, Claudio D’Amario. «In ogni caso», ha però ricordato, «è stata presentata una denuncia da parte dei genitori e ci sono indagini in corso. Gli esperti ed i medici legali faranno le loro valutazioni del caso». La madre della piccola, 38 anni, giovedì sera, notate delle perdite, aveva raggiunto l'ospedale di Pescara. Dopo alcuni controlli era stata portata in sala parto. Al risveglio dall'anestesia generale, dopo un cesareo, le era stato comunicato che, per alcune complicazioni intervenute, la piccola non ce l'aveva fatta. In seguito alla denuncia, presentata in Procura dal legale della donna, l'avvocato Wania Della Vigna, sono stati chiesti il sequestro della cartella clinica e l'esame autoptico. Il pm, Salvatore Campochiaro, ha nominato, dunque, Sciarra come medico legale Sciarra, mentre la famiglia si avvarrà della consulenza del dottor Michele Farinacci. L’inchiesta è volta ad accertare causa e modalità della morte, insieme a ogni eventuali profilo di rilevanza penale, o condotte colpose. «Il nostro obiettivo», ha detto l’avvocato Della Vigna, «non è puntare il dito indiscriminatamente, ma solo quello di arrivare alla verità, dopo una tragedia così grande».
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