Pescara, quante cadute sul ghiaccio: pronto soccorso in affanno

Aumentano le fratture di bacini e femori, ma c’è anche la psicosi da meningite. Il primario Albani: i cittadini vengano in ospedale solo per casi di grave necessità

PESCARA. Aumentano le cadute sul ghiaccio e quindi le fratture di femori e bacini. Ma c’è anche chi sceglie di trascorrere nove ore in attesa al pronto soccorso per farsi curare una febbricola da 37 e mezzo. Almeno sessanta persone al giorno da monitorare, un mare di codici bianchi e gialli e il pronto soccorso dell'ospedale civile va in affanno.

Il primario Alberto Albani lancia un appello alla cittadinanza: «Venite al pronto soccorso solo in casi di estrema necessità e per patologie di emergenza».

Altrimenti, il risultato è che l'unità operativa scoppia e si trova, come in questi giorni di temperature rigide, a fronteggiare una lunga lista di richieste per la cura di stati influenzali mescolati alla psicosi meningite.

La domanda ricorrente a medici e infermieri è: mi sento male, siete sicuri che io non abbia la meningite?

«E' una forma di delirio e per questo siamo in affanno- spiega il primario, «malgrado la presenza di otto infermieri e sei medici operativi a pieno regime, non riusciamo a farcela se non con grossi sacrifici da parte di ciascuno. Anche noi, purtroppo, dobbiamo fare i conti con il personale assente a causa delle malattie, compresa l'influenza. Chiediamo agli utenti di restare a casa al caldo, con uno stato febbrile in atto e rivolgersi al pronto soccorso solo in caso di estrema necessità. Altrimenti, i tempi di attesa si allungano, il nervosismo di chi aspetta aumenta e le proteste sono all'ordine del giorno. Purtroppo, l'emergenza neve e le infreddature varie hanno complicato di molto una situazione già abbastanza compromessa».

E' vero che la psicosi meningite dilaga e che il centralino e gli sportelli dell'ufficio vaccinazioni di via Paolini vengono presi d'assalto dai cittadini per la prenotazione delle dosi per i figli e tutta la famiglia, ma è anche vero che, per uno strano disegno del destino, ci si ammala spesso durante le feste o nei fine settimana, quando i medici di famiglia sono irreperibili. Albani segnala anche, a causa del gelo, un aumento di fratture di bacini e femori, conseguenza delle cadute sui manti stradali e marciapiedi ghiacciati.

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