Pescara: sfratti dalle case popolari, tocca al "Ferro di cavallo" / VIDEO

5 Novembre 2019

Operazione bis a Rancitelli, forze dell'ordine mobilitate per "liberare" cinque alloggi. E Pettinari (M5s) torna a denunciare: "Boss del quartiere hanno assistito sorridenti dalle finestre completamente indisturbati"

PESCARA. Continuano gli sfratti nel quartiere popolare di Rancitelli. Sono cinque quelli eseguiti dalle forze dell'ordinenelle abitazioni di edilizia popolare del cosiddetto "Ferro di cavallo" in via Tavo. L'operazione segue di alcuni giorni una analoga, sempre a Rancitelli, nel complesso del "Treno" in via Lago di Capestrano.

Mobilitati polizia, carabinieri, polizia municipale, guardia di finanza, 118, vigili del fuoco, oltre a personale di Ater, Enel e Pescara Gas. Presenti durante le operazioni anche il sindaco Carlo Masci e l'assessore all'Edilizia residenziale Isabella Del Trecco.

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REAZIONI. «Altri cinque appartamenti popolari liberati e riassegnati - commenta subito il presidente del consiglio regionale d'Abruzzo Lorenzo Sospiri - escono i delinquenti, entra chi ha diritto. E gli sfratti continueranno grazie ai fondi stanziati dalla Regione».

«Un’azione andata liscia come l’olio mentre, come apprendo dai racconti di molti cittadini, i boss del quartiere, quelli pericolosi veramente, assistevano sorridendo dalle finestre completamente indisturbati», è invece il commento del vice presidente del Consiglio Domenico Pettinari (M5s), che aggiunge: «Un duro resoconto che mi fa male, perché penso alla speranza che si instaura nei residenti onesti che vedono le azioni per attuare uno sfratto e poi scoprono che chi minaccia, terrorizza e delinque rimane nella casa indisturbato. Le volanti vanno via, le telecamere pure e rimane il silenzio, in periferie che non hanno più voce per urlare la loro richiesta di giustizia. Il problema principale è nello stanziamento dei fondi del presidente Marsilio, troppo basso per far fronte al grande numero di case occupate abusivamente. E successivamente anche dalla “qualità” degli sfratti, che troppo spesso non risolvono perché non colpiscono il tronco criminale ma solo qualche rametto marginale».