Piano acustico a Pescara vecchia, le richieste dei locali in 14 emendamenti

Appello dei gestori in Commissione in vista del consiglio comunale di martedì: «Serve più equilibrio». Tra le proposte, stop ai rilevatori di presenze e controlli alle attività segnalate: pronti al ricorso al Tar
PESCARA. Il futuro della movida nel centro storico, tra restrizioni ed emergenza sicurezza. Gli esercenti di Pescara Vecchia chiedono «più equilibrio» e mettono sul piatto delle possibili variazioni al piano di risanamento acustico, il cui voto in Consiglio comunale è previsto per martedì, quando la prossima seduta è stata programmata per le ore 15. Disposte intanto due nuove rilevazioni sui rumori. E ieri, nel corso della commissione Controllo e Garanzia, presieduta dal consigliere Paolo Sola, sono stati illustrati alcuni dei principali punti inseriti nei quattordici emendamenti proposti dai rappresentanti della neonata associazione “Per la Tutela e lo sviluppo del centro storico”. Tra i presenti c’erano il portavoce Paride Orsini, residente a Pescara Vecchia, e l’avvocato Andrea Lucchi, che ha annunciato il ricorso al Tar per quanto riguarda il piano, da presentare dopo l’approvazione in aula. Ecco alcune delle principali richieste avanzate in Commissione. Per prima cosa, secondo Orsini, il divieto di nuove autorizzazioni (Scia) non può riguardare richieste già in corso. «Bisogna poi eliminare l’utilizzo dei rilevatori di presenze, da ancorare agli smartphone», dice. E sugli sforamenti legati al rumore antropico i gestori chiedono di verificare i diversi livelli, per prevedere misure proporzionate. Ribadiscono anche la necessità di controllare le attività segnalate, per verificare il rispetto delle regole da parte di tutti. Orsini e Lucchi chiedono, però, di discutere gli emendamenti prima che l’approvazione arrivi e dunque prima che si possano depositare le osservazioni. «Altrimenti», spiega Lucchi, «i tempi sarebbero troppo lunghi, come dimostra proprio il caso di piazza Muzii, dove per arrivare a quelle osservazioni ci è voluto un anno e mezzo dall’approvazione del documento». La dilatazione dei tempi, fa sapere Orsini, rischia di paralizzare le attività. La pensa così anche il consigliere Donato Di Matteo, che invita a riflettere sulle «conseguenze negative di determinate scelte per gli esercizi commerciali».
In Commissione, però, erano assenti sia il sindaco Carlo Masci che l’assessore all’Ambiente Cristian Orta. C’era il consigliere Alessandro D’Alonzo, presidente della commissione Ambiente, poco propenso ad accogliere le richieste, «considerando la tempistica delle osservazioni». Incalza Sola: «A fare rumore è stata soprattutto l’assenza della parte politica, e non solo: né il sindaco, né l’assessore delegato, né il dirigente o i tecnici del Comune coinvolti nel procedimento hanno risposto alla convocazione. L’assenza totale della parte politica e di quella tecnica è un fatto gravissimo e dà la misura esatta del livello di interesse da parte del centrodestra verso questo tema: zero». La Commissione era stata richiesta dalle stesse associazioni di categoria dopo il primo rinvio della delibera di approvazione del piano di risanamento acustico di Corso Manthonè e vie limitrofe, deciso nei giorni scorsi. Un rinvio che ha riaperto uno spazio per proporre modifiche al documento. «Un documento che, se approvato nella forma attuale, rischia di infliggere il colpo di grazia a un quartiere già in sofferenza, mettendo in ginocchio decine di attività che non potrebbero sopravvivere a misure così rigide e penalizzanti», aggiunge Sola. E di una maggiore flessibilità sugli orari parla anche il consigliere di maggioranza Fabrizio Rapposelli, intervenuto per «accendere i riflettori sull’«abbandono del quartiere e sulla necessità di considerare altri fattori, per garantire sì la sicurezza, ma anche maggiori tutele per chi opera nel comparto movida». Facendo l’esempio di un agosto 2025 con chiusure a mezzanotte, rimarca: «Non spegniamo la città».

