Pierangeli-Spatocco, piano contro i tagli

Fusione tra le cliniche, un iter lungo dodici anni. Cda unico per le scelte aziendali

PESCARA. Sarà il piano industriale del gruppo unico Pierangeli-Spatocco la prima risposta ai tagli della Regione Abruzzo alla sanità privata. Dopo l'annuncio della fusione tra clinica Spatocco di Chieti e clinica Pierangeli di Pescara, il gruppo da più di duecento posti letto autorizzati e quattrocento dipendenti prepara la sua strategia di «riorganizazione» con un cda unico.

La fusione, dopo un processo di avvicinamento tra due società fotocopia durato dodici anni, rappresenta uno sbocco considerato naturale: dal 1998, clinica Spatocco e clinica Pierangeli hanno stessi soci, stessi cda, stessi statuti. Ma il passo in avanti, che si concretizzerà il 30 settembre con il voto sulla fusione delle due assemblee societarie, porta alla nascita di un colosso della sanità privata con più duecenti posti letto accreditati.

Contando i dodici anni già passati in simbiosi, la fusione rappresenta il completamento di un processo che gravita intorno all'architettura societaria. Il primo passo contro i tagli imposti dalla Regione Abruzzo alla sanità privata sarà con il piano industriale che il gruppo unico Pierangeli-Spatocco adotterà. Una scelta organizzativa necessaria perché la mannaia ha colpito anche il budget previsto dalla Regione Abruzzo per la mobilità extraregionale: una risorsa d'oro per la sanità privata che, invece, la Regione Abruzzo ha deciso di abbassare. Una presa di posizione che l'Aiop, presieduta da Luigi Pierangeli, contesta.

Già con le ristrutturazioni decise dal governatore Gianni Chiodi e dall'assessore regionale alla Sanità Lanfranco Venturoni, dei 35 ospedali in attività, 22 pubblici e 13 privati, ne resteranno 29 (16 pubblici e 13 privati): con l'operazione Pierangeli-Spatocco, il numero delle strutture private si ridurrà a 28 (16 pubblici e 12 privati).

La fusione tra Spatocco e Pierangeli con il gruppo unico convince i sindacati: «Se tutto questo è finalizzato alla riorganizzazione e alla razionalizzazione del budget e delle spese, ben venga», è il commento di Davide Farina della Cisl. «Sì alla fusione», dice anche Angela Scottu della Cgil, «tutelando i lavoratori. Questa fusione discende, oltre che da scelte societarie, anche dal riordino della sanità abruzzese: di fronte a probabili difficoltà ha vinto la volontà di unire le forze per creare un'azienda solida con più di duecento posti letto. Aspettiamo», afferma Scottu, «il primo incontro per verificare tutti i passaggi dell'operazione. L'auspicio è che tutto rimanga così come è adesso ma ci auguriamo che le risorse destinate alla formazione del personale siano incrementate».

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