Premi di cubatura polemiche contro la scelta del Comune

Di Sante (Rifondazione): «Il sindaco Di Mattia non diventi un nuovo Cantagallo». Dubbi anche da Di Stefano (Pd)

MONTESILVANO. Fa discutere la scelta dell'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Attilio Di Mattia, di recepire la norma del decreto Sviluppo relativa ai premi di cubatura per la riqualificazione di aree degradate. La delibera, che sarà discussa oggi in consiglio comunale, è stata illustrata nei giorni scorsi dal primo cittadino e dall'assessore all'urbanistica, Adriano Chiulli. Si tratta di una legge che i Comuni potevano recepire o meno e che prevede premi di cubatura fino al 50%, in determinate aree della città, mentre non potrà essere applicata in zone agricole, centro storico e aree soggette a vincoli.

La decisione ha allarmato diversi esponenti politici e sociali della città, a cominciare dal rappresentante della lista "In movimento per i beni comuni - Rifondazione Comunista e Verdi", Corrado Di Sante, che boccia senza esitazioni la delibera. «Dopo una campagna elettorale incentrata sui temi della sostenibilità e dell’ambiente il giovane sindaco annuncia una nuova ondata di premi di cubatura», scrive in una nota. A non convincere Di Sante, in particolar modo la monetizzazione degli standard, cioè la possibilità per chi costruisce di pagare una soma al Comune anzichè destinare una parte dell’area a zone verdi, parcheggi e altri servizi. «Montesilvano avrebbe bisogno di riqualificazione urbana invece si consentirà di monetizzare gli standard», tuona Di Sante aggiungendo che la città «non ha certo bisogno di premi di cubatura del 50%, visto che sono migliaia gli appartamenti invenduti, sfitti e non occupati». Per queste ragioni Di Sante invita il sindaco «a una pausa di riflessione prima di approvare un provvedimento di tale gravità che lo trasformerebbe in un nuovo Cantagallo».

Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'architetto Giuseppe Di Giampietro che, seppur non escludendo a priori la possibilità di incentivi per l'edilizia, mettere in guardia l'amministrazione affinché l'adozione di tali norme «non diventi un saccheggio edilizio».

Ricordando gli oltre quattromila appartamenti sfitti e che «gran parte della città è costruita con strade prive di marciapiedi, troppo strette, prive di parcheggi, alberi, piste ciclabili», Di Giampietro ritiene che a Montesilvano ci sia l'esigenza «di rivedere le regole del Prg e fornire le condizioni per un diffuso recupero urbanistico».

D'accordo su quest'ultimo punto anche il consigliere comunale del Pd Gabriele Di Stefano, che parla di «un piano regolatore nato e cresciuto tra delibere e norme poco chiare che hanno provocato negli anni solo orrori e anomalie».

L'esponente della maggioranza, inoltre, ritiene che il recepimento della legge sia solo un palliativo e non contribuisca a far ripartire l'economia. «Per questo c'è bisogno di riportare le fabbriche in Italia e di un maggior risparmio di soldi pubblici», sostiene. A favore del provvedimento si era, invece, espresso il consigliere di minoranza Ernesto De Vincentiis (Montesilvano Futura), che aveva sollecitato la giunta a recepire la norma del decreto Sviluppo.

Antonella Luccitti

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