Pressioni di Castiglione per un appalto Asl

L'assessore Pdl citato in un rapporto della Mobile: provò a influenzare le scelte di D'Amario

PESCARA. «Pressioni» sul direttore generale della Asl di Pescara Claudio D'Amario per un appalto da assegnare agli amici. L'assessore regionale Pdl Alfredo Castiglione - accusato di corruzione nell'inchiesta Caligola con altri dieci tra politici, funzionari e imprenditori - è citato negli atti di un'altra indagine sui lavori gonfiati all'ospedale. Castiglione, nell'inchiesta già chiusa sul polo Materno-infantile, non è indagato ma compare su un rapporto della squadra mobile di Pescara lungo 414 pagine e nelle intercettazioni. Tra le risate, parlando di Castiglione, un imprenditore dice: «Gli devo far fare la fine di Del Turco». E al telefono l'assessore discute anche di un incarico Enac per un architetto.

Ci sono anche i legami tra imprenditoria e vertici della Regione Abruzzo nelle migliaia di pagine dell'indagine sull'appalto lievitato da 2,3 a 7 milioni di euro: sotto accusa, con cinque richieste di rinvio a giudizio pendenti, ci sono l'imprenditore della ditta Cre e il collaboratore Giacomo Piscitelli, gli architetti Alfonso Colliva e Damiana Bugiani e l'ex funzionario Asl Franco D'Intino, accusati, a vario titolo, di corruzione, truffa e falso. L'udienza preliminare del 2 febbraio scorso è slittata al 9 aprile prossimo.

«AMICO ALFREDO». Rileggendo le carte dell'inchiesta in mano al pm Gennaro Varone, in una conversazione del 7 novembre 2009, Piscitelli e Luca Smarelli, non indagato, discutono dei politici da contattare per fare «pressioni» su D'Amario: si parla del presidente Pdl del consiglio regionale Nazario Pagano, della consigliera regionale Nicoletta Verì, vicina a Forza del Sud, e di Castiglione, tutti e tre non indagati e mai coinvolti nell'inchiesta. Ecco uno stralcio del colloquio.
Piscitelli: «E con il nostro amico... Alfredo?».
Smarelli: «Pure».
Piscitelli: «Tanto quello lì... sembra più marpione, a quello gli devo far fare la fine di Del Turco».
Smarelli: «Magari» (ride).
Piscitelli: «Ah, ma sai, a volte sono le formiche quelle che demoliscono i palazzi non le...».
Chiudendo la conversazione, Piscitelli sottolinea: «Vedi quello che puoi fare visto che se lui ha preso i voti vi deve almeno ascoltare, no?».

«PRESSIONI». «Circa le affermazioni di Piscitelli sul conto dell'assessore regionale Castiglione», recita l'informativa firmata dall'ex capo della squadra mobile Nicola Zupo, «occorre precisare che pure Colliva, Bugiani, Renzo Lauriti (non indagato e marito di Bugiani, ndr) e persino D'Intino, attraverso Lauriti, si erano rivolti a Castiglione per condizionare le decisioni del direttore della Asl D'Amario». Il 16 novembre 2009, alle 19,48, Piscitelli torna a parlare di Castiglione: «Comunque», dice, «la strada che avevo tracciato di andare a parlare con Pastore e con Castiglione io la perseguo, perché voglio arrivare fino in fondo alla questione perché adesso che le cose vanno nella nostra direzione voglio capire con quale criterio e quale faccia fanno marcia indietro, capisce?». Anche Lauriti tira in mezzo Castiglione: «Allorquando Bugiani», annota la polizia, «aveva informato il proprio coniuge che D'Amario aveva deciso di annullare l'appalto alla Cre, Lauriti aveva manifestato la necessità di incontrare Castiglione e lo stesso D'Amario in modo da ottenere un altro incarico in sostituzione di quello che era venuto meno». Un altro passaggio dell'informativa recita: «Successivamente, Lauriti, attraverso Castiglione, cercava di condizionare a proprio vantaggio (facendo proseguire i lavori) le decisioni del direttore generale ma si trovava di fronte a un ostacolo inaspettato: un rifiuto».

Ecco un'intercettazione del 12 gennaio 2010.
Lauriti: «Io sono uscito adesso da (Castiglione) il quale stamattina alle 8 ha visto il dj (direttore generale)...».
Colliva: «Sì».
Lauriti: «Gli ha riportato il messaggio che io gli avevo lasciato».
Colliva: «Sì».
Lauriti: «Eh, la risposta... anche un po' risentita di Alfredo che gli ha dato il dj... è stata, dice: "So io quello che devo fare, non mi pressare. So che sono persone di fiducia, lascia perdere"».

APPALTO ENAC. Nel rapporto della polizia compare anche un presunto interesse di Castiglione per un appalto Enac: «Appare opportuno evidenziare», recita l'informativa, «alcune conversazioni nel corso delle quali era Castiglione ad attivarsi per far ottenere a Colliva un incarico all'Enac che però non risultava neppure iscritto all'albo dei collaudatori». In una telefonata del 5 gennaio 2010, «Castiglione dice a Colliva che Mario Battaglia (non indagato, ndr) non può fargli la nomina perché non è iscritto all'albo collaudatori, Castiglione invita Colliva a chiamare Battaglia».

Ecco il colloquio tra Battaglia e Colliva.
Battaglia: «Stavo chiamando dall'altra linea... eh, sta a posto, mi sono sentito con l'assessore, quindi, abbiamo fatto mente locale».
Colliva: «Ah, ho capito».
Battaglia: «Allora, io una cosa, adesso sto girando alla segretaria dell'assessore l'avviso pubblico che comunque sta sul sito del Coasiv».

 

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