le nuove ordinanze

Prostitute, accattoni e bivacchi: 273 multe a Pescara, ma nessuno paga

I divieti dell’amministrazione comunale: non si può dormire all’aperto, né bere o mangiare nei luoghi pubblici

PESCARA «Negli ultimi due anni abbiamo fatto 273 multe contro la prostituzione ma nessun verbale è stato pagato». Il comandante della polizia municipale Carlo Maggitti le chiama «armi spuntate» e sono le ordinanze anti-bivacco, anti-prostituzione, per far assumere alla città un aspetto più decoroso ma che, indipendentemente dal colore dell’amministrazione, innescano un circolo vizioso: E’ possibile prendere alla lettera le ordinanze e multare un barbone al semaforo? Chi pagherebbe la multa? Chi controlla chi dorme all’aperto? A fare le multe, e quindi a far rispettare le regole dettate in questo caso dal sindaco Marco Alessandrini, devono essere le forze dell’ordine che, però, come racconta il comandante della polizia municipale non possono iniziare una caccia al questuante e distogliere le pattuglie da problemi più urgenti della città.

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«Le ordinanze antibivacco e antiaccattonaggio hanno soprattutto un effetto dissuasivo e meno teso alla verbalizzazione», illustra Maggitti, «e sono l’unico strumento in mano al sindaco per permetterci di intervenire. Ma poi c’è la realtà», ricorda Maggitti, «perché non possiamo portare al comando, ad esempio, tutti i clochard, chiedergli i documenti, cercare di identificarli e trascorrere così giorni interi in una trafila burocratica distogliendo forze ad altri settori. Il problema», dice il comandante, «è che occorrerebbe una normativa nazionale».

Da ieri sono in vigore le nuove ordinanze del sindaco che riguardano i clochard, il consumo di bevande alcoliche e la prostituzione. Spesso, nelle ordinanze, ci sono punti che è difficile far rispettare come nel caso dell’alcol. Secondo il documento del sindaco, infatti, pena una multa da 25 a 500 euro, non si può bere nei parchi, nei luoghi pubblici ma solo nelle adiacenze dei locali autorizzati: in via Carducci, via Paolucci, via Sabucchi, piazza I Maggio, piazza Garibaldi, piazza Muzii e altre. Ma come si fa a controllare? «Spesso è utile intervenire anche solo per allontanare, dicendo ai ragazzi di spostarsi», dice Maggitti, «così come per i clochard a cui di solito diciamo di andare via. Le ordinanze, però, sono gli unici strumenti che ci permettono di intervenire di fronte a situazioni gravi come quelle che riguardano i minori». Un esempio di come far rispettare le ordinanze non sia facile o si trasformi in una guerra tra poveri arriva dal numero di verbali elevati dalla polizia municipale nel caso della lotta alla prostituzione.

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L’ordinanza dice che «per l’intera giornata i conducenti non possono fermarsi o chiedere informazioni allo scopo di contattare soggetti dediti all’attività di meretricio, contrattare prestazioni...» e chi viene sorpreso a trasgredire riceverà una multa da 300 a 500 euro. «Il bivacco», illustra ancora il comandante, «è un episodio più sporadico mentre la prostituzione no e noi, insieme alle altre forze dell’ordine, ci siamo spesso occupati di questo fenomeno. Le multe ci sono state ma nessuno ha pagato perché spesso – come nel caso dei clochard – si colpiscono persone che sono indifferenti alla pena pecuniaria». Così, per il comandante, le ordinanze servono soprattutto come «dissuasori» oppure avvertimenti a non dormire o sdraiarsi all’aperto nei luoghi pubblici perché si potrebbe ricevere una multa da 25 a 500 euro.