Pescara

Quattro colpi di pistola verso il balcone del rivale in amore, Morelli confessa: «Sono stato io, ma l’ho fatto per paura»

23 Settembre 2025

Pescara, resta in carcere il 20enne che venerdì ha sparato 4 colpi verso un’abitazione di via Ciglia. Tra i reati contestati, anche guida senza patente: pur essendone sprovvisto, aveva noleggiato l’Audi (foto)

PESCARA. Confessa ogni cosa il pescarese Dante Morelli (20 anni a ottobre), in merito alla sparatoria di venerdì scorso in via Ciglia, ma resta in carcere nonostante i suoi legali avessero presentato istanza di arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Troppo gravi quei 4 colpi di pistola sparati verso l’abitazione dell’ex della sua compagna, con lui in auto in quei momenti. Colpi esplosi vicino a un parco, intorno alle 13.30, tra la gente terrorizzata.

GIUSTIFICAZIONI POCO CREDIBILI «Pur avendo sostanzialmente ammesso gli addebiti», scrive il gip Anna Fortieri nella misura cautelare con cui ha confermato l'arresto e disposto la custodia in carcere, «ha fornito delle giustificazioni poco credibili in ordine a come si sia procurato arma e proiettili». E spiega così, il gip, l’esigenza del carcere: «È evidente che sussiste il pericolo che Morelli commetta gravi delitti con uso di armi o di altri mezzi di violenza personale, e ciò per le specifiche modalità e circostanze del fatto che denotano l’assoluta mancanza di autocontrollo e di rispetto per l’autorità, posto che lo stesso, incurante del fatto che la sua individuazione sarebbe stata oltremodo agevole, atteso l’utilizzo di una non comune auto gialla e la presenza di telecamere in luogo pubblico, in zona densamente abitata ed in pieno giorno, ha esploso 4 colpi d’arma da fuoco verso il balcone del suo rivale in amore ed in prossimità di un parco pubblico». Secondo il giudice, l’indagato era certo che in quell’abitazione c’era l'ex della sua compagna. «Emerge dunque una personalità dell’indagato connotata da significativa pericolosità anche per la dimostrata capacità di procurarsi un’arma da sparo pronta all’uso e un’auto a noleggio nonostante sia sprovvisto di patente di guida».

LA PISTOLA RITROVATA Dopo gli spari, in base alle testimonianze raccolte nell’immediatezza e alla veloce visione delle telecamere (che avevano immortalato Morelli mentre scendeva dall’auto e sparava contro il balcone), volanti e auto civetta della Mobile hanno inseguito l’Audi gialla con la coppia a bordo e poi lasciata con il motore acceso dai due in fuga per le campagne di Colle Renazzo. Una brevissima fuga perché la Mobile, raggiunta l’auto, non ci ha messo molto a individuare i due fuggitivi, con la ragazza ferita (clavicola fratturata durante la corsa fra la vegetazione) e trasportata in ospedale. Dalla perquisizione dell’auto, oltre ai documenti dell’arrestato, è saltata fuori anche la cocaina, un bilancino di precisione e i 40 proiettili. Quanto alla pistola, invece, è stato lo stesso Morelli a farla ritrovare subito: era nascosta poco lontano in mezzo alla vegetazione attraversata durante la fuga, avvolta dalla maglietta dell’indagato. Una volta bloccato, Morelli ha subito ammesso le sue responsabilità.

«HO SPARATO PER PAURA» Ieri l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Fortiere, durante il quale, alla presenza dei suoi legali, Alessandro Arienzo e Antonio Valentini, Morelli ha confessato fornendo anche una spiegazione al vaglio degli inquirenti: sarebbe andato a sparare sotto casa dell’ex della sua compagna perché temeva per la sua incolumità e per quella dei suoi familiari. Una tesi con qualche “sbavatura” come sottolinea il giudice nella misura: «Durante l'interrogatorio ha estemporaneamente riferito che gli spari sarebbero stati esplosi in risposta al lancio di un coltello proveniente proprio dal balcone verso cui aveva poi sparato, sebbene abbia poi negato che sul balcone fosse presente qualcuno mentre esplodeva i colpi».

L’ACCUSA DI SPACCIO Il gip aggiunge anche che si tratta di «persona che si mantiene con lo spaccio di stupefacenti atteso che il quantitativo di cocaina rinvenuto in auto, assolutamente sovrabbondante rispetto a un possibile uso personale, unito alla circostanza che lo stesso non svolge alcuna attività lavorativa, denotano la sicura stabile dedizione allo spaccio». L’arrestato ha anche ammesso di non fare uso di droghe e di «vendere la cocaina per guadagnare qualcosa».

GLI ALTRI REATI I reati contestati a Morelli, alla fine, sono detenzione e porto abusivo di una pistola Beretta calibro 7x17 e 41 cartucce; detenzione a fine di spaccio di stupefacenti e spari in luogo pubblico, guida senza patente.