Quattro contagi: Psichiatria diventa reparto Covid

6 Aprile 2020

Avrà una valenza regionale in modo da concentrare i pazienti infetti con le stesse patologie. Gli altri saranno trasferiti

PESCARA. Primi casi di contagio da Covid-19 in pazienti con disturbi psichiatrici. Al momento ne sono quattro. Anche per questo, con l'obiettivo di dare una rapida risposta ad un settore particolarmente delicato, il reparto di Psichiatria dell'ospedale civile diventa struttura Covid-19 regionale, affinché ci sia un punto di riferimento per i soggetti con disturbi psichiatrici che potrebbero essere contagiati.
Le Psichiatrie degli altri ospedali della regione continueranno nella loro attività ordinaria ed accoglieranno anche i pazienti pescaresi non interessati dal coronavirus. È stato disposto, infatti, il trasferimento delle persone che erano ricoverate al Santo Spirito.
«La gestione di casi di Covid-19 in pazienti con acuzie psichiatrica è molto complessa e proprio per questo ci siamo organizzati per dare la migliore risposta possibile», sottolinea il direttore del Centro di salute mentale (Csm) della Asl di Pescara, Sabatino Trotta. «Casi di Covid in pazienti con acuzie psichiatrica prima o poi dovevano capitare ed era altrettanto evidente che sarebbe successo a Pescara, dove si registrano numeri più elevati. I reparti di Psichiatria sono così specifici che non è possibile dividerli in aree Covid e aree non Covid, quindi si è convenuto di dedicare un reparto a livello regionale e di lasciare “puliti” gli altri».
La preoccupazione di Trotta è ora legata alla «possibile necessità di individuare una struttura protetta, tipo comunità terapeutica, dedicata a pazienti Covid che, per quadro clinico, non hanno bisogno del ricovero in ospedale». Due le case famiglia della Asl di Pescara, una nel capoluogo adriatico e l’altra a Penne. Luigia Dolce, coordinatore della cooperativa La Rondine, che gestisce le case famiglia e i centri diurni di riabilitazione psichiatrica dell'azienda sanitaria, sottolinea: «Le abbiamo mantenute aperte, garantendo i Dispositivi di protezione individuale a tutto il personale. Stiamo tutelando in ogni modo i pazienti, non facendoli uscire, assicurando loro la spesa a domicilio. Grande attenzione, ovviamente», sottolinea, «al personale, soprattutto a Penne, dopo che la cittadina è stata inserita in zona rossa. Misuriamo la temperatura corporea agli operatori all'inizio e alla fine di ogni turno e ci assicuriamo che non abbiano avuto contatti conclamati con soggetti Covid-19. I pazienti stanno tutti bene. Oltre ai servizi tipici, ci stiamo concentrando anche sugli aspetti psicologici in questo momento di emergenza».
I centri diurni, invece, sono tre: uno a Pescara, uno a Penne e uno a Tocco da Casauria. Dopo la chiusura imposta dal decreto del premier Conte, prosegue il coordinatore, «abbiamo attivato il monitoraggio telefonico con visite a domicilio in caso di necessità. Abbiamo promosso, tra l'altro, un monitoraggio con videoconferenze di gruppo, anche per portare avanti le attività riabilitative che già erano in corso. C'è anche un operatore che prepara dei tutorial per consentire ai pazienti di continuare con la riabilitazione motoria».
«Per i farmaci», conclude Luigia Dolce, «siamo noi a fare da tramite con il Csm e a consegnarli a domicilio ai pazienti, riuscendo così ad evitare che escano di casa». (l.d.)
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