Raddoppio della ferrovia: un esposto alla Procura

MANOPPELLO. La battaglia contro la realizzazione del progetto di velocizzazione delle ferrovia Pescara-Roma riparte a livello giudiziario e arriva sino in Europa. I rappresentanti dei comitati civici...
MANOPPELLO. La battaglia contro la realizzazione del progetto di velocizzazione delle ferrovia Pescara-Roma riparte a livello giudiziario e arriva sino in Europa. I rappresentanti dei comitati civici di tutta l’area interessata – da San Giovanni Teatino fino ad Alanno e Scafa, passando per Chieti e Manoppello – hanno inviato un esposto alla procura della Repubblica di Roma e alla procura dell’Unione europea, vale a dire all'Eppo, sigla che sta per European Public prosecurtor’s office.
A siglare la denuncia sono l’avvocatessa teatina Paola Sablone presidente del comitato FerroVia Chieti Scalo, il rappresentante dell’associazione Codici Giovanni D’Andrea, l’ex assessore comunale di Chieti Gianni Di Labio rappresentante di Brecciarola del Comferr, il medico in pensione di Manoppello Antonio Bianchi presidente del Comferr, Pierluigi Aceto rappresentante Comferr anche lui di Manoppello, Cinzia Antonacci presidente del comitato Cittadini per Alanno, Loris Zappacosta presidente del comitato No Mulino di Chieti, Giampiero Melatti vice presidente del comitato di San Giovanni Teatino contro la ferrovia. Queste le firme che si trovano in calce all’esposto di 11 pagine, frutto di un intenso lavoro di studi, supportato anche da professionalità tecniche dei diversi comitati.
Secondo i comitati, il progetto è irrealizzabile perché mancano documenti essenziali, in particolare in relazione al superamento degli Appennini, montagne che, dicono i comitati, potrebbero essere attraversate solo a patto di spianarle o bucarle. «Pertanto», si legge nell’esposto, «si chiede come sia stato possibile stanziare denaro pubblico per la realizzazione di un'opera che dovrebbe costituire, secondo gli obiettivi governativi e del tavolo di lavoro costituito a seguito del protocollo d'intesa tra Rfi, ministero dei Trasporti e Regioni Abruzzo e Lazio, una velocizzazione tra Roma e Pescara con tempi di percorrenza entro le due ore, se poi lo stesso tavolo di lavoro non ha provveduto alla presentazione della terza macro-area che dovrebbe garantire il collegamento Sulmona Avezzano».
L'esposto ripercorre passo passo le tappe dell’opera, da quando, il 7 marzo 2008, Rete ferroviaria italiana presenta al ministero delle Infrastrutture il progetto preliminare per lo sviluppo del raddoppio e delle varianti che avrebbero permesso di ridurre il tempo di percorrenza in 2 ore e 17 minuti, contro le attuali 3 ore e 40 minuti; tuttavia per assenza di fondi il progetto preliminare non viene mai inviato e approvato. Poi però passa il treno dei Pnrr che mette a disposizione i fondi. Così si riparte dal Documento di economia e finanza del 2020 in cui il governo inseriva la velocizzazione Roma-Pescara tra le possibili direttrici strategiche, condizionata però alla “verifica dei possibili adeguamenti delle direttrici trasversali appenniniche”. Verifica che, rimarca l’esposto, non c’è mai stata. (a.i.)
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