Pescara

Ragazzini distruggono insegne e citofono, poi si pentono e vanno a scusarsi dalla vittima: “Avevamo bevuto”

7 Ottobre 2025

Quattro giovani di Pescara e Montesilvano distruggono insegne e citofono dell’avvocato Anthony Aliano. I genitori li riconoscono dal video pubblicato su Facebook b dalla vittima e li portano a casa del professionista

PESCARA. Distruggono insegne e citofono dello studio dell’avvocato Anthony Aliano (ex assessore di Montesilvano), ma poi si presentano a casa sua per chiedere scusa e lui sceglie la strada del perdono al posto di quella della querela.

Si è risolto con una pace fatta e un’ammissione di colpa l’atto vandalico che quattro ragazzi minorenni di Pescara e Montesilvano hanno messo a segno sabato notte in corso Manthoné, danneggiando la parte esterna dell’abitazione e dello studio legale dell’avvocato e politico. È lo stesso Aliano, che all’indomani dell’accaduto aveva pubblicato le immagini delle telecamere di videosorveglianza per denunciare l’episodio e per chiedere aiuto nell’individuazione dei responsabili, a ricostruire cosa è successo sabato sera e a raccontare lo sviluppo della vicenda. «Quando sabato sera sono rientrato a casa mi sono subito reso conto che sia l’insegna dello studio che il citofono erano stati divelti», spiega. «Avendo le telecamere che inquadrano il porto, ho visionato le registrazioni e, rendendomi conto del gesto vandalico totalmente gratuito fatto dai ragazzi, preso dalla rabbia, ho pubblicato il video su Facebook per chiedere ai miei contatti di aiutarmi a individuare i responsabili per poterli querelare».

Le immagini hanno fatto presto il giro del web e in poco tempo qualcuno ha individuato i ragazzi e ha avvisato le rispettive famiglie dell’accaduto. «Sono stato contattato telefonicamente dai genitori di due ragazzi che, oltre a rendersi disponibili al risarcimento danni, mi hanno chiesto se ci fosse qualcosa che i loro figli potevano fare per chiedere scusa», prosegue Aliano.

«A quel punto ho detto loro che li avrei voluti incontrare, per farmi spiegare le ragioni di quel gesto e per parlare con loro. Del resto ho un figlio che ha la stessa età di quei ragazzi e non volevo metterli nei guai. Domenica pomeriggio sono arrivati in quattro a casa mia. Si sono scusati, mi hanno detto che avevano bevuto un po’ e che nell’euforia della serata, senza un vero motivo, avevano fatto quella bravata».

L’avvocato, che già aveva rimosso il video dai social, ha parlato con i quattro, spiegando loro l’insensatezza di un gesto che avrebbe potuto avere ripercussioni legali. «Mi sono sembrati sinceramente dispiaciuti e credo che abbiano imparato la lezione, perché a volte il dialogo è la soluzione più efficace, soprattutto a quell’età. Sono sicuro, in questo caso, di aver fatto bene, sostituendo all’attività giudiziaria un momento di confronto».