Ramo crollato nel parco del Lavino, parla il sindaco: «Colpa dell’azione interna dei calabroni»

Giordano Di Fiore è stato tra i primi ad accorrere e a chiamare i soccorsi: «Vicino alle famiglie dei due bimbi, ma è stata una fatalità»
SCAFA. «Sono vicino con il cuore ai due bambini e alle loro mamme, sono molto dispiaciuto» per quanto accaduto nel parco Lavino domenica scorsa, intorno alle 14.30, quando un ramo, presumibilmente di un pioppo alto 25 metri, si è piegato precipitando in uno spazio dove stavano giocando due bimbi sotto gli occhi vigili delle mamme, pescaresi. Doveva essere una giornata festosa che in un attimo si è trasformata in un incubo per le famiglie.
«Piena solidarietà» arriva dal sindaco di Scafa, Giordano Di Fiore, che annuncia: «L’area è stata transennata e chiusa al pubblico». Però precisa: «Il ramo dell’albero non si è spezzato per incuria o abbandono, bensì a causa dei tanti calabroni che hanno nidificato nell’area delle Sorgenti e invaso l’incavo dell’albero fino a squarciarlo». Così replica il sindaco, medico radiologo alla Asl di Chieti accorso dopo l’allarme lanciato dai frequentatori del polmone verde conosciuto per le acque azzurre sulfuree.
«Mi sono precipitato immediatamente e ho allertato carabinieri, vigili del fuoco e due ambulanze medicalizzate del 118. C’era una nuvola di calabroni impressionante, 11 persone tra cui i due bimbi, sono state punte dai calabroni e medicate dal personale delle ambulanze che non ha ritenuto necessario per nessuno l’ingresso al pronto soccorso, zero giorni di prognosi per tutti. Ero preoccupatissimo per eventuali choc anafilattici, ma per fortuna tutto si è risolto per il meglio. Il ramo è crollato in una zona non transitabile, non vicina all’area picnic, solo per una fatalità i bimbi si trovavano sul posto a giocare».
Tragedia evitata, ma rimane lo spavento delle due mamme che hanno affidato il caso a un legale, l’avvocato Paolo Sardini, che presenterà denuncia-querela per lesioni colpose e richiesta di risarcimento danni. Intanto il sindaco spiega che da parte sua «tutto è stato fatto per mettere in sicurezza gli alberi del parco Lavino». Dallo scorso anno, «quando abbiamo chiesto alla Sovrintendenza ai Beni Paesaggistici di fare un censimento delle piante da eliminare e ripiantumare», fino alla emanazione di una determina (numero 109 del 7 maggio scorso), firmata dall'ingegner Loreta Terzini, nella quale si affida a una società di Caramanico Terme, con un impegno di spesa di 20mila euro, alcuni lavori di manutenzione «riguardante il taglio dei tronchi a terra».
Ieri intanto il sindaco ha partecipato al sopralluogo di un agronomo che ha verificato lo stato delle cose sugli argini del Lavino, 8 ettari di terra, sentieri, e aree picnic che ogni anno richiama migliaia di presenze. «È stata una fatalità», ripete il sindaco, «nonostante i controlli sul patrimonio arboreo, può accadere un cedimento improvviso, in questo caso non determinato dall’incuria ma dalla laboriosità dei calabroni. Di concerto con i vigili del fuoco, abbiamo ritenuto di chiudere l’area per consentire la bonifica degli insetti attraverso speciali disinfestanti».
Sulla questione sono intervenuti anche Nicola Misceo, segretario cittadino Lega Scafa che nei giorni scorsi aveva lamentato il degrado di alcune zone del Lavino, ed Emanuele Evangelista, segretario provinciale Lega Pescara, i quali auspicano che l’area venga «interdetta al pubblico fino alla realizzazione di interventi strutturali seri e risolutivi, capaci di garantire la piena sicurezza e restituire decoro a un'area che merita di essere tutelata e valorizzata».
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