Restano in piedi le baracche abusive

Nessuno abbatte le stalle scoperte da un anno e sul lungofiume tornano i cavalli

MONTESILVANO. Restano in piedi le stalle abusive per cavalli trovate dai carabinieri sul lungofiume Saline. A quasi un anno dalla scoperta e nonostante due ordinanze di demolizione del Comune sfociate in un incidente diplomatico tra amministrazione Cordoma e Regione Abruzzo, un cavallo spunta tra i cumuli di rifiuti abbandonati e beve acqua sporca da una vasca da bagno.

Comincia il 28 agosto di un anno fa la storia delle stalle abusive circondate dall'immondizia del lungofiume Saline. Un'area che, per il ministero dell'Ambiente, è un «sito di interesse nazionale per l'inquinamento» perché avvelenata da diossina e da un elenco smisurato di altre sostanze come piombo, cadmio e arsenico: è così dal 2003 ma nessuno interviene per la bonifica e gli argini del fiume restano terra di nessuno. In questa zona, quasi un anno fa, i carabinieri hanno scoperto su un'area demaniale di proprietà regionale nei pressi dell'ex discarica di Villa Carmine le due stalle abusive per cavalli e tre bighe. Trovati anche due cavalli affidati, poi, al servizio veterinario della Asl di Pescara.

Dopo la scoperta, il Comune ha «invitato» la Regione Abruzzo a intervenire con una nota del 6 settembre 2010 al servizio del Genio civile in via Catullo a Pescara. Ma l'invito è rimbalzato nel vuoto: le «opere abusive», recita il rapporto dei vigili urbani del 26 gennaio scorso, non sono state abbattute. Dal primo ordine ignorato, il settore Abusivismo edilizio del Comune ha provato ad accorciare la filiera della burocrazia presentando, l'8 marzo scorso, il conto al governatore Gianni Chiodi in persona e ordinandogli di intervenire «a propria cura e spese ed entro novanta giorni» per far abbattere le opere abusive e «ripristinare lo stato dei luoghi»: «In caso di inottemperanza», dice l'ordinanza firmata dal dirigente dell'Abusivismo edilizio Costantino Di Donato, «si procederà d'ufficio alla rimozione delle opere abusive a spese del contravventore».

«Novanta giorni» sono passati e le stalle abusive resistono: se Chiodi non è intervenuto, non l'ha fatto neanche il suo compagno del Pdl, il sindaco Pasquale Cordoma, e sul lungofiume Saline è tornato anche un cavallo. Una beffa agli atti dei carabinieri e alle ordinanze del Comune.

Una delle stalle, più che demolita, è crollata; l'altra è in piedi, pareti in legno e tetto in lamiera di ferro, e ospita il cavallo, libero a un passo dal fiume. Il cavallo mangia l'erba a rischio diossina, beve acqua sporca da una vasca da bagno e si muove tra i rifiuti: ci sono lo scheletro di uno scooter, un Mbk Booster blu senza ruote, cumuli di pneumatici di camion, mobili rotti e bidoni d'olio svuotati.

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