«Ricostruzione Asl, cinque a processo»

La procura di Pescara chiede il rinvio a giudizio per il presunto bando pilotato

PESCARA. Avrebbero cercato di pilotare il bando per la ricostruzione della sede amministrativa della Asl dell’Aquila dopo il terremoto e la gara per l’affidamento del brokeraggio di tutte le Asl d’Abruzzo. Per la procura di Pescara in cinque devono andare a processo.

Con l’accusa di corruzione in concorso, il sostituto procuratore Gennaro Varone ha chiesto ieri il rinvio a giudizio per cinque persone nell’ambito dell’inchiesta «Ground zero», che il 23 novembre scorso aveva portato all’arresto dell’ex assessore regionale Italo Mileti e dell’ex amministratore della Fira Servizi Claudio D’Alesio per il reato di millantato credito.

Quattro mesi dopo, la procura mette la parola fine a una vicenda complessa confermando l’uscita di scena di alcuni indagati eccellenti della prima ora per il bando Asl: l’assessore regionale alla Sanità Lanfranco Venturoni, l’ex manager della Asl dell’Aquila Roberto Marzetti e gli imprenditori Alido Venturi ed Enrico Tessitore: le loro posizioni, già stralciate a gennaio con l’avviso di conclusione delle indagini, saranno con ogni probabilità archiviate. Determinante una sentenza della Cassazione in base alla quale gli atti preparatori che tentino di orientare un bando sono moralmente riprovevoli, ma penalmente irrilevanti.

Per l’accusa, dunque, devono andare a processo Mileti e D’Alesio, e con loro Enzo Mancinelli, funzionario dell’assessorato regionale alla Sanità, l’avvocato Giuseppe Cichella e Francesco Pirocchi, titolare della società di brokeraggio Mediass Spa.

I primi due, millantando credito nei confronti di Venturoni, Marzetti e Mancinelli, si sarebbero fatti promettere dall’imprenditore Venturi denaro «per una quota stabilita in un terzo di quattro milioni di euro» e «utilità economiche» (a D’Alesio, in particolare, sarebbe stato promessa una quota di proprietà di un appartamento). In cambio di cosa? Dell’interessamento a «precostituire» a Venturi l’aggiudicazione per l’acquisto di un immobile da 12 milioni di euro nel quale avrebbero dovuto essere trasferiti gli uffici Asl dopo il terremoto. Il denaro sarebbe stato parte dei 47 milioni di euro che la Asl aquilana aveva ricevuto dall’assicurazione per il risarcimento dei danni causati dal sisma.

Dal canto suo Mancinelli, sostiene il pm Varone, avrebbe «promesso di influire sulla redazione del bando di gara» e sugli atti della successiva procedura, in modo da modellarli su quella che sarebbe stata la futura offerta di Venturi. L’appalto sarebbe stato trattato come un’acquisizione di beni e servizi e sarebbe stato sottratto in questo modo all’approvazione della giunta regionale.

Ma il funzionario della Sanità, con la mediazione ancora una volta di Mileti e D’Alesio, avrebbe avuto un ruolo centrale anche in un’altra operazione, quella per l’affidamento del brokeraggio delle Asl d’Abruzzo: Mancinelli, secondo l’accusa, si sarebbe adoperato per escludere dalla gara l’Ati Marsh spa, che si era aggiudicata la gara. Mentre pendeva il ricorso della Mediass contro l’assegnazione, avrebbe sottoposto a verifica di anomalia solo l’offerta Marsh, predisponendo un provvedimento di esclusione dalla gara della società. La contropartita sarebbe stata l’assunzione della figlia nello studio dell’avvocato Cichella, a Pescara, per un anno, con una retribuzione di 1.200 euro, con l’intesa che il denaro sarebbe stato corrisposto dalla Mediass alla società Ifei di D’Alesio e da questi all’avvocato, il quale, a sua volta, per giustificare l’uscita di denaro dalla Ifei avrebbe emesso fatture per operazioni inesistenti.

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