Rifiuti, processo Venturoni: l'accusa del pm "Da Di Zio favori a Tancredi e Di Stefano"

Soldi al Pdl e assunzioni nelle intercettazioni trasmesse al Senato: Tancredi e Di Stefano al telefono con l’imprenditore per un appartamento nel centro di Pescara
PESCARA. Soldi per il Pdl, un «favore» per un appartamento in piazza Salotto a Pescara, pressioni per «sistemare» un amministratore scomodo, l'assunzione di una «ragazza». Si parla di questo, e anche di incontri al ristorante e al bar, nelle 17 intercettazioni telefoniche dei senatori Pdl Fabrizio Di Stefano e Paolo Tancredi che la procura di Pescara vuole portare nel processo rifiuti: dopo la decisione del gup Luca Di Ninis di mandare gli atti al Senato, comincia il conto alla rovescia per il voto della giunta per le autorizzazioni a procedere. Prossima udienza il 31 maggio. Secondo i pm Anna Rita Mantini e Gennaro Varone, le telefonate intercettate dagli agenti della squadra mobile dimostrano gli scambi di favori tra l'imprenditore Rodolfo Di Zio, titolare della Deco spa di Spoltore, e i politici. Compreso l'imputato Lanfranco Venturoni, ex assessore regionale alla Sanità e capogruppo Pdl.
PRANZO. In una delle telefonate intercettate, Di Zio si complimenta con Di Stefano per i risultati delle elezioni amministrative ed europee del 6 e 7 giugno 2009: sono le 13,02 del 9 giugno. Durante il colloquio, il senatore invita l'imprenditore dei rifiuti a pranzo.
Ecco la trascrizione.
Di Zio: «Io dato che non mi rispondevi, ti ho lasciato il messaggio... sei contento?».
Di Stefano: «Molto!».
Di Zio: «Me... che cavolo! Comunque mi dovete invitare se fate una festa, eh!».
Di Stefano: «Sì certo... non solo, ma ti invito pure domani a pranzo a Roma».
Di Zio: «Domani».
Di Stefano: «Io e la mia amica ti volevamo incontrare».
Di Zio: «Ah, sì? Vengo allora».
Di Stefano: «Va bene?».
Di Zio: «Vengo... a che ora? A che ora?».
Secondo un'informativa della squadra mobile, firmata dal sostituto commissario Giancarlo Pavone, l'«amica» è l'ex assessore regionale Daniela Stati, uscita dal Pdl e passata a Fli: finita sotto inchiesta nella fase delle indagini preliminari, la posizione di Stati è stata archiviata. I complimenti di Di Zio, secondo l'accusa, vanno messi in relazione con i contributi elettorali pagati dalla Deco e dalle altre società collegate: per le elezioni 2009, la Deco e l'Ecologica Sangro hanno dato 70 mila euro al centrodestra (58 mila al centrosinistra). «È stato ampiamente documentato», dice il rapporto, «che le cosiddette erogazioni liberali sono risultate determinanti per Di Zio, soprattutto in funzione delle determinazioni politiche e amministrative che l'amministrazione regionale adotta in suo favore. La modifica al piano regionale, le autorizzazioni alla costruzione di impianti di trattamento, la realizzazione di futuri termovalorizzatori su siti riconducibili a Di Zio e/o l'affidamento di servizi senza nessuna evidenza pubblica o il controllo operato dal privato sui consorzi comprensoriali pubblici, ne costituiscono assoluta evidenza. Ma si è avuto anche modo di documentare», continua la Mobile, «che, nel caso dell'erogazione del contributo elettorale richiesto da Di Stefano per il candidato napoletano Crescenzio Rivellini una parte della somma versata "liberalmente", torna poi nelle tasche di Di Stefano».
APPARTAMENTO. Dalle intercettazioni tra Di Zio e Di Stefano rispunta l'appartamento «prestigioso» di piazza Salotto: un alloggio di proprietà di una società dei Di Zio dato in affitto prima a Forza Italia e poi al Pdl. Il passaggio «da Forza Italia a Popolo della libertà» emerge anche da un appunto, su carta intestata del Senato, trovato in una perquisizione a Di Zio. Dell'appartamento si parla quasi al termine di una telefonata dedicata alla manovra per mandare via dal Consorzio comprensoriale rifiuti di Lanciano il presidente, scomodo per Di Zio, Riccardo La Morgia.
Di Stefano: «Senti io ti volevo chiedere un favore».
Di Zio: «Prego».
Di Stefano: «L'appartamento lì a Pescara, siccome ancora non... il conto (incomprensibile) non ce lo firma a Roma, noi possiamo farlo al momento a nome mio e di Piccone e dopo quando ce lo firma a Roma lo giriamo su Roma?».
Dell'appartamento parla con Di Zio anche Tancredi in due telefonate del 10 e 12 fabbraio 2009: poi, il 13, i due si vedono in un bar.
ASSUNTA. «Di Zio», dice la Mobile, «si è prodigato nell esaudire richieste, in genere volte all'ottenimento di posti di lavoro, certo non per carità cristiana ma in favore di persone la cui riconoscenza sarebbe tornata utile alla sua azienda». E lo fa, sostiene l'accusa, anche con il senatore Tancredi.
L'intercettazione che segue risale al 9 ottobre 2009.
Di Zio: «E allora... ci possiamo vedere domani pomeriggio».
Tancredi: «La ragazza te la faccio incontrare quando ci incontriamo io e te?».
Di Zio: «E sì». Poi, il senatore e l'imprenditore si mettono d'accordo per vedersi alla stazione di Giulianova.
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