Parenti delle vittime di Rigopiano con le maglie ricordo in aula questa mattina (foto G.Lattanzio)

PESCARA

Rigopiano, inizia lo scontro: tre udienze sulla superperizia / VIDEO-INTERVISTA

Tutto ruota intorno alle conclusioni dei quattro docenti del Politecnico sulle cause della valanga. E dal 23 novembre la discussione per i riti abbreviati con 30 imputati, 112 parti civili e 32 offese. I parenti delle vittime: "Temiamo effetti dopo la sentenza choc dell'Aquila"

PESCARA. Il processo sul disastro di Rigopiano, che si sta tenendo davanti al giudice dell'udienza preliminare (Gup) con il rito abbreviato, entra finalmente nel vivo. Da oggi inizia la discussione fra le parti – 30 imputati, 112 parti civili, 32 parti offese – sulla superperizia disposta dallo stesso giudice, Gianluca Sarandrea, che dovrà servire per chiarire aspetti controversi emersi dalle consulenze della pubblica accusa e del collegio difensivo che sono giunte ad opposti risultati, soprattutto sulle cause che originarono la valanga. Una tragedia che costò la vita a 29 ospiti della struttura spazzata via da quella valanga il 18 gennaio del 2017.

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Rigopiano, la perizia sulle cause della valanga: il punto della situazione
Videointervista a Wania Della Vigna avvocato di parte civile (intervista di Luca Pompei-Rete8)

I quattro periti nominati dal gup (Daniele Bocchiola, Claudio Giulio Di Prisco, Marco Di Prisco e Giovanni Menduni, tutti docenti del Politecnico di Milano) devono interloquire con i tre magistrati che rappresentano la pubblica accusa (il procuratore Giuseppe Bellelli e i sostituti Andrea Papalia e Anna Benigni), con il nutrito collegio difensivo e naturalmente con una consistente platea di parti civili costituite.

I parenti delle vittime di Rigopiano espongono di nuovo in aula le maglie ricordo (foto G.Lattanzio)

Un passaggio fondamentale per l’economia del processo, anche perché la superperizia non ha escluso che a provocare la valanga siano state anche le diverse scosse di terremoto che quella mattina del 18 gennaio fecero tremare la montagna e gettarono nel panico molti degli ospiti che purtroppo erano impossibilitati a lasciare l’hotel visto che l’unica strada di accesso era bloccata da una montagna di neve.
I quesiti più significativi riguardano appunto le cause di innesco della valanga. (m.c.)

leggi anche: Rigopiano, la zona rossa e la perizia che non risolve: famiglie preoccupate Respinta la richiesta di acquisizione della sentenza sulla valanga. I parenti: "La strada presa dal processo non ci piace perché ci riporta al verdetto choc dell'Aquila sul concorso di colpa"

L'OMBRA DELLA SENTENZA CHOC DELL'AQUILA. «Ci siamo sentiti dire che 'non sarebbe possibile escludere" l'incidenza del terremoto sulla valanga, e così si può parlare di percentuali: questo discorso delle percentuali non ci è piaciuto affatto, perché ci riporta alla sentenza choc dell'Aquila per cui è stato detto che le vittime del terremoto hanno avuto la colpa di non essere uscite di casa dopo le scosse precedenti». Lo ha detto all'Ansa, a margine dell'udienza su Rigopiano, Marcello Martella, padre di una delle 29 vittime della valanga del 18 gennaio 2017. In aula è proseguito l'ascolto dei consulenti del Politecnico di Milano Daniele Bocchiola, Giovanni Menduni, Claudio Di Prisco e Marco Di Prisco che hanno scritto una corposa perizia per i giudici di Pescara. «Ci siamo anche sentiti dire che la strada per Rigopiano sarebbe dovuta essere pulita, che la Provincia avrebbe potuto chiamare l'Anas ecc., ma tutte queste cose le sappiamo già, c'è stata una catena di errori e ce lo confermano 4 esperti. Certo è che criteri e percentuali ci riportano all'Aquila e questo ci preoccupa».

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