Rigopiano, la difesa chiede l'assoluzione del dirigente della protezione civile

27 Novembre 2025

Vittorio Manes e Augusto La Morgia, legali di Emilio Primavera, intervengono in appello bis a Perugia. Ecco tutti i dettagli

PERUGIA. Il rigetto dell'appello della Procura generale e la conferma dell'assoluzione pronunciata in primo grado per Emilio Primavera, all'epoca dei fatti direttore del Dipartimento di Protezione civile della Regione Abruzzo, sono stati chiesti oggi alla Corte d'appello di Perugia dai difensori dell'imputato nell'ambito del processo sul disastro dell'hotel Rigopiano, avvenuto il 18 gennaio 2017, quando una valanga travolse la struttura provocando 29 vittime. Primavera è imputato nell'appello bis disposto dopo l'annullamento con rinvio da parte della Cassazione, che aveva escluso alcune responsabilità ma chiesto un nuovo giudizio su specifiche posizioni, tra cui quella dell'ingegnere. A difenderlo gli avvocati Vittorio Manes e Augusto La Morgia.

Secondo l'avvocato Manes "se anche l'ingegnere Primavera, in carica per circa 20 mesi, avesse rispettato i doveri del miglior agente modello possibile e si fosse attivato sin dal primo giorno per chiedere l'immediata realizzazione della carta Clpv, questa condotta non avrebbe comunque consentito di arrivare al risultato, nemmeno parziale, entro il gennaio 2017". La difesa ha infatti sostenuto che i periti hanno quantificato in quattro anni il tempo necessario per la sola fase preliminare, mentre la valanga colpì l'hotel di Farindola nel 2017. "I lavori sarebbero terminati, al più presto, oltre due anni e mezzo dopo la tragedia", ha aggiunto Manes. Per i legali, non sarebbe quindi possibile "predicare alcuna prevedibilità dell'evento" con riferimento alla condotta di Primavera, "anche volendo ammettere che l'evento fosse prevedibile".

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