Rincari record, ecco la lista 

I 60 prodotti, alimentari e non, aumentati: al primo posto le bollette con + 239% 

L'AQUILA . I consumatori lo avranno notato facendo la spesa al supermercato o acquistando un capo di abbigliamento. Ma anche prenotando un volo aereo e con il piano all’auto: costa tutto di più. L’Unione nazionale consumatori ha elaborato i dati Istat sull’inflazione provvisoria di novembre scorso e ha stilato la classifica dei prodotti che hanno subìto i maggiori rincari. Si va dai generi di prima necessità come lo zucchero, aumentato del 49% in un anno, e il riso che costa il 35,3% in più rispetto al 2021, all’energia elettrica del mercato libero, che ha fatto registrare un balzo del +239% del prezzo rispetto a novembre 2021, contro il +91,5% del mercato tutelato: oltre due volte e mezza. Solo per i generi alimentari, a conti fatti, una famiglia spenderà, in media, 767 euro in più su base annua, che salgono a 944 se si ha un figlio e a 1.046 euro per una coppia con 2 figli. Se i figli sono tre, l’aumento può arrivare anche a 1.249 euro in dodici mesi.
CARRELLO DELLA SPESA. Nella top 30 annua dei prodotti alimentari, al primo posto l’Unione consumatori individua l’olio diverso da quello di oliva che ha fatto registrate un aumento del prezzo pari al 52,3 % in più. Medaglia d’argento per lo zucchero che prosegue la sua corsa con +49%, ma che risulta il più caro quanto a rialzi alimentari mensili con uno stratosferico +9,3% su ottobre 2022. Sul gradino più basso del podio il burro con +41,7%.
Al quarto posto della classifica troviamo il riso con +35,3%, che però è al secondo posto nella top ten mensile con +3,8%. A seguire, il latte conservato (+33,1%), la margarina (+29%) e, al settimo posto, la farina (+23,5%), poi le uova (+21,6%), la pasta (fresca, secca e preparati di pasta) con +21,3%. Chiude la classifica dei prodotti il latte fresco parzialmente scremato con +20%, mentre il latte fresco intero è al 15° posto (+18%). Si segnalano, poi, i formaggi e latticini (+16,8%) e i vegetali surgelati (+16,4%). Le patate hanno fatto registrare un aumenti del 16,1%, il pane del 15,9% (al 16° posto), al 23° l’acqua minerale con +15,5%.
In 26ª posizione i vegetali freschi e il pesce surgelato (+14,8%). Infine, l’olio di oliva (+14%), che è al 4° posto degli aumenti mensili alimentari con +3,3% e altri prodotti di panetteria (+13,7%). Anche la frutta fresca costa molto di più e si attesta al terzo posto dei rincari su base mensile con +3,4%. I prodotti alimentari e le bevande analcoliche, segnano nel loro complesso un +13,6% su novembre 2021, maggiore rispetto al 13,5% tendenziale di ottobre.
ENERGIA ALLE STELLE. Il prezzo del libero mercato, come si diceva, fa segnare un +239% rispetto a novembre del 2021. Una crescita che diventa pazzesca e inaccettabile se il confronto viene fatto con ottobre del 2021 perché è pari a +355,2%. Quasi 4 volte il tutelato. Si ridimensiona leggermente il divario nel confronto con settembre 2021, prima dell’aggiornamento trimestrale di Arera, ma resta sempre colossale: 308,5% contro 138,9%, oltre il doppio. Al secondo posto nella classifica dei rincari figurano i voli internazionali che schizzano al 101,6% in più su base annua. Medaglia di bronzo per il gas naturale e gas di città, con +100,8% su novembre 2021. A seguire, i voli nazionali (+80,4%), il gasolio per riscaldamento (+32,1%) e i combustibili solidi (+28,8%).
Al settimo posto troviamo macchine da caffè e bollitori per tè (+25,9%), poi film in dvd, download film (+23,6%) e apparecchi fotografici (+20,2%). Chiudono la top ten autocaravan e caravan (+19,1%). Aumento del prezzo anche per frigoriferi (+16,1%), gasolio per mezzi di trasporto (+13,4%), automobili usate (+12,9%), alberghi, motel e pensioni, diciottesimi in classifica con +12,6%, articoli di cartoleria (+12,1%).
Chiudono i prodotti per animali domestici (+11,6%). Spicca, al 23° posto, il +10,4% dei prodotti per la pulizia e la manutenzione della casa, detergenti per bucato, stoviglie, una spesa obbligata per ogni famiglia. Riviste e periodici salgono del 9% e si attestano al 27° posto. Al 30° posto piante e fiori con +8,7%.