Ritorna l’incubo incendi in Abruzzo: brucia il Morrone, minacciate le case 

La montagna di Celestino V flagellata di nuovo da un vasto rogo. Paura tra i residenti, create linee tagliafuoco con i trattori Al lavoro i pompieri e la Protezione civile, non disponibili i Canadair. Il sindaco di Pratola, Di Nino: «È necessario l’Esercito»

PRATOLA PELIGNA. Così come l’estate di sei anni fa, il Morrone, la montagna sacra a Celestino V, è tornato ad essere flagellato dalle fiamme. Un incendio di vaste proporzioni sta interessando da ieri pomeriggio, da poco prima delle 17, la parte del Morrone che ricade sul territorio di Pratola Peligna. Una colonna di fumo e fiamme è visibile dall’intera vallata fino a Popoli con i residenti che stanno nuovamente vivendo l’incubo di sei anni fa quando per oltre tre settimane le fiamme attaccarono l’intera montagna, provocando un disastro naturale le cui ferite si stavano da poco rimarginando. Le fiamme, sospinte dal vento caldo di ieri pomeriggio, si sono estese rapidamente tanto da spingere il Comune di Pratola a lanciare l’allarme. Sul posto diverse squadre di vigili del fuoco, Protezione civile di Pratola Peligna e dei paesi del circondario e unità del Parco nazionale abilitate a spegnere gli incendi. Le fiamme, infatti, si sono sviluppate nel territorio del Parco nazionale della Maiella, a ridosso dell’eremo di Celestino V e dell’abbazia celestiniana, prestigiosa sede dell’Ente. Impegnato a spegnere le fiamme anche un elicottero al quale si è aggiunto in serata un Erikson proveniente da Napoli. Non disponibili i Canadair impegnati in Sicilia. La popolazione sta seguendo con apprensione l’evoluzione della situazione. In nottata è stata presidiata la zona mentre i sindaci di Sulmona, Gianfranco Di Piero e di Pratola, Antonella Di Nino, rimasti a lungo sul posto, hanno aperto i rispettivi Coc. Al momento le fiamme sembrano aver raggiunto il Colle delle Vacche e l’omonimo rifugio, che era stato miracolosamente risparmiato sei anni fa. «Non possiamo salire sopra perché è troppo pericoloso e non sappiamo quali e quanti danni ci sono stati nella parte alta della montagna», affermano i volontari della Protezione civile di Pratola impegnati sul fronte delle fiamme. Sotto osservazione anche il laboratorio di fuochi pirotecnici di un’azienda pratolana che si trova proprio nella zona pedemontana, a poche centinaia di metri dal luogo dove sono partite le fiamme. Sotto costante controllo anche le abitazioni delle frazioni di Bagnaturo, la Badia e Fonte d’Amore per le quali sono partite le operazioni di messa in sicurezza con la creazione di linee tagliafuoco con i mezzi agricoli. Secondo gli addetti ai lavori ci vorranno almeno due giorni per spegnere le fiamme, anche se molto dipenderà dal vento e dalla direzione in cui soffierà. Il sindaco Antonella Di Nino, sul fronte delle fiamme insieme all’assessore alla protezione civile Fabiana Donadei, così come sei anni fa, ha chiesto l’intervento dell’esercito. Per il momento accesso interdetto ai volontari, nelle zone del Morrone interessate dall'incendio. «Tantissimi volontari (al di fuori dei gruppi autorizzati) stanno chiamando per dare una mano. Li ringrazio tutti», spiega Di Nino, «ma per ora non possiamo autorizzarli perché si rischia non solo di intralciare le operazioni in corso ma soprattutto di mettere i volontari stessi in pericolo. Qualora le condizioni dovessero mutare, sarò io a lanciare un appello». Le operazioni di spegnimento sono state concluse ieri sera intorno alle 21e riprenderanno questa mattina alle 5.30. Atteso anche l’arrivo dei Canadair.
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