Rom, sequestro da un milione

9 Giugno 2010

Sigilli a conti, macchine e immobili intestati ad anziani e bambini

MONTESILVANO. Avevano accumulato beni per quasi un milione di euro grazie a truffe, usura, estorsioni. Per confondere le acque li avevano intestati ad anziani o bambini e avevano provato a farli risultare il frutto di un'attività di commercio ambulante.

E' con quest'accusa che ieri mattina il patrimonio messo insieme da una famiglia di rom tra Montesilvano e Torre de' Passeri è stato sequestrato in via preventiva con un blitz di polizia, carabinieri e guardia di finanza.  Ai Di Rocco sono stati sequestrati due appartamenti in vicolo delle Stelle e corso Umberto, a Torre de' Passeri, e il primo piano di una villa a Montesilvano, in viale Europa. Ma anche centomila euro depositati su tredici diversi conti correnti e tre auto, una Bmw, una Golf e una New Beetle.

Beni per novecentoventicinquemila euro in totale.  Nel mirino degli investigatori sono finiti i beni riconducibili a Umberto Di Rocco, 43 anni, alla moglie Rosaria De Rosa, 43 anni, già sottoposti a sorveglianza speciale, ai loro figli Sabatino Di Rocco, 20 anni, e Arcangelo Di Rocco, 23 anni e a sua moglie Lorena Vandale, 23 anni e al fratello di Umberto, Fiorindo Di Rocco, 50 anni, per i quali è stata proposta la sorveglianza speciale. 

Nella villa di Montesilvano dove vivevano Umberto Di Rocco e famiglia le forze dell'ordine si sono trovate davanti un giardino con fontane, statue e mobili curati. Dentro, sulla parete del salotto, un grosso televisore al plasma, mentre il resto della stanza era arredato con sedie dorate e tappezzate, quadri, tappeti, tende, stucchi e lampadari lavorati. 

Un lusso che non ci si potrebbe aspettare nella casa di persone che, come hanno spiegato durante la conferenza stampa il questore Paolo Passamonti, il colonnello della guardia di finanza Maurizio Favia e il colonnello dei carabinieri Marcello Galanzi, non hanno mai presentato la dichiarazione dei redditi e per il fisco risultano nullatenenti. 

Appena hanno avuto sentore dell'arrivo del sequestro i membri della famiglia hanno anche tentato di fingersi ambulanti per dare una giustificazione al possesso di tutti quei beni, un tentativo che mal si conciliava col non avere mai pagato le tasse e il non possedere neanche un furgone per lavorare. 

La villa di Montesilvano era stata invece intestata all'anziana madre di uno di loro che aveva trasferito per soli due mesi la residenza lì senza comunicarlo, però, visto che è assegnataria di una casa popolare.

I rom da anni avevano anche costretto ad andare via la proprietaria del piano terra della villa, minacciandola per costringerla a vendere. Ed è proprio dalla segnalazione di questa situazione, effettuata dai carabinieri della compagnia di Montesilvano diretta dal capitano Enzo Marinelli, che è partita l'operazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA