Ruggero-Maragno, la partita finale

Alle urne l’esponente del centrodestra parte col 44% di voti, ma lo sfidante farà leva sugli apparentamenti

MONTESILVANO. Per la volata finale, Lino Ruggero, potrà contare sul sostegno di Paola Picierno e Luciano D’Alfonso, neoeletti col Pd, rispettivamente, al Parlamento europeo e alla guida della Regione. Stamani, alle 9, saranno nella sede del Comitato elettorale di piazza Diaz. A seguire, ci sarà un incontro i cittadini al mercato rionale del Palaroma. In serata, gran chiusura in piazza San Raffaele Arcangelo. Tra gli invitati il sottosegretario, Giovanni Legnini. Ad allietare la serata, il cabarettista ‘Nduccio e il concerto di Riccardo Fogli.

Che cosa si aspetta dal ballottaggio di dopodomani?

«Una importante partecipazione che sono sicuro sigillerà la nostra grande rimonta con la vittoria. In queste ultime settimane sto ricevendo una energia ed un entusiasmo incredibili».

Perché un elettore dovrebbe scegliere di votare proprio per lei?

«Perché sto in mezzo alla gente sempre e non solo in campagna elettorale. Perché ho sempre messo Montesilvano al primo posto. Per fare alcuni esempi: Stella Maris tornerà al Comune grazie al mio lavoro in Provincia; nell’ultimo bilancio provinciale, grazie ai miei emendamenti, sono stati previsti 335 mila euro per interventi su Montesilvano; in consiglio comunale, abbiamo approvato e realizzato il primo sistema di videosorveglianza della città; abbiamo fatto risparmiare ai montesilvanesi quasi 12 milioni di euro non firmando il contratto sui rifiuti ereditato da quelli che oggi dicono di avere la bacchetta magica. Nel corso dell’alluvione ho indossato gli stivaloni e lavorato notte e giorno insieme agli operai, mentre altri amministratori erano a casa a dormire».

Perché un elettore non dovrebbe votare per Maragno?

«Già solo perché ha fatto parte di quei 13 che hanno fatto che fatto sì che il Comune venisse commissariato danneggiando così tutta la città. Poi, perché da consigliere comunale si è contraddistinto per una cosa sola: le assenze. Da un campione di 80 votazioni del consiglio comunale dal 2011 al 2012,  l'84% delle volte era assente o si è astenuto. Inoltre, negli ultimi trent’anni almeno un rappresentante della famiglia a cui appartiene Maragno, genero di Raffaele Di Giovanni, ha occupato una poltrona in Amministrazione comunale. Di certo, non è lui il rinnovamento».

Se diventasse sindaco, quale sarebbe la sua prima azione?

«Intervento serrato sul decoro urbano della città, partendo dalla pulizia dei parchi fino a quella delle strade; lancerò una fortissima azione di controllo sul servizio di raccolta rifiuti affinché venga messo a regime con il rispetto del bando, a partire dal giusto numero dei cassonetti sulle strade e lavorerò sin da subito per far partire le operazioni necessarie alla bonifica della discarica di Villa Carmine».

Per che cosa le piacerebbe essere ricordato, se dovesse essere il sindaco?

«Le mie più grandi ambizioni sono far diventare Stella Maris lo spazio più importante di tutta l’area metropolitana, con una forte connotazione turistica e riqualificare Villa Delfico per aprirla alla città».

Che cosa immagina per il futuro di questa città?

«Immagino una città con un fiume fruibile e con un mare più pulito, con più piste ciclabili e più verde. Perché solo con una Regione amica e vicina potremmo contare ancor di più sulla possibilità di accedere a fondi da affiancare a quelli comunali che, da soli, sono insufficienti per realizzare infrastrutture».

L'apparentamento con l'ex sindaco Di Mattia ha solo scopo elettorali o segna anche un vostro riavvicinamento?

«Gli apparentamenti o le divisioni politiche non sono e non devono essere fatti personali, ma devono avere basi programmatiche. Così è stato con la lista Montesilvano che Vogliamo con cui condividiamo gran parte del programma. Ricordo, inoltre, che Di Mattia non sarà nella giunta per sua volontà e questo gli fa onore».

Mi dica due azioni che andranno nel solco della continuità della passata amministrazione di cui è stato vice sindaco.

«Implementazione del sistema di videosorveglianza sulla città e revisione di tutti i contratti degli affitti comunali per fare economie spendibili per un fondo di solidarietà per il sociale, a cui si aggiungeranno parte delle indennità di amministratori e dirigenti».

E due azioni di rottura con il passato invece?

«La principale azione di rottura sarà quella di restituire il giusto ruolo al consiglio comunale. Per questo, come ho annunciato, in caso di vittoria, chiederò ai consiglieri del M5s di ricoprire un ruolo istituzionale di vigilanza e controllo».

Un difetto del suo avversario Maragno?

«Non ha coraggio e questo è un difetto che non si può correggere. Ciò significa, con la sua eventuale maggioranza, rischiare di ritrovarsi con un sindaco di facciata».

E un pregio?

«Sa essere disincantato. Un pregio che, nella pubblica amministrazione, però, diventa un limite».

Il suo peggior difetto?

«Sono sanguigno, ma ci sto lavorando molto per migliorare».

E il suo miglior pregio?

«Conosco il valore delle cose e non mi arrendo mai».

Che cosa si sente di garantire ai suoi elettori per il futuro?

«Io mi rivolgo a tutti i montesilvanesi. Se mi sceglierete come sindaco o se, al contrario, siederò all’opposizione, risponderò comunque a ogni vostra chiamata perché dopo il 9 giugno, dall’altro lato spegneranno i telefoni. Il mio, invece, sarà acceso per tutti».

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