Sì dei costruttori a nuove palazzine sull'area di risulta

Girolimetti (foto): ispiriamoci al museo Guggenheim di Bilbao per dare lustro alla città. Contrarie agli appartamenti le associazioni di settore che vogliono soprattutto parcheggi e verde

PESCARA. «L'area di risulta è un'opportunità per la città e tocca ai pescaresi decidere, ma c'è bisogno di costruire». Per il presidente dell'associazione dei costruttori edili di Pescara, Giuseppe Girolimetti, «i palazzi serviranno a pagare il resto».

La scadenza del vincolo decennale che obbligava il Comune a realizzare solo parcheggi sull'area di quasi 13 ettari in pieno centro, porta con sé ipotesi, progetti e interessi. «E' un bene che va valorizzato - afferma Girolimetti - un'ultima opportunità per Pescara, ma questo non vuol dire che bisogna riempire la zona di palazzi. Il mio è un giudizio positivo per la possibilità di rendere migliore la città, ma dico no alle speculazioni».

L'area si estende di fronte alla stazione ferroviaria, in posizione centralissima, a pochi passi da corso Vittorio Emanuele. Il vincolo decennale fissato nella stipula del contratto di compravendita tra l'ex società Metropolis, proprietaria dell'area, e l'allora sindaco Carlo Pace, obbligava il Comune a realizzare solo parcheggi, spazi verdi e culturali.

Ma ora che il vincolo è decaduto il panorama può cambiare. «C'è chi vuole il teatro e chi la biblioteca, qualcuno propone addirittura un bosco, ma a qualcosa bisognerà rinunciare. Immagino un luogo d'incontro che renda più bella Pescara - aggiunge il presidente dell'associazione costruttori (Ance), «d'altra parte se uno vuole vivere nel verde se ne va in campagna, in città si cerca altro: commercio, cultura, servizi».

E qui spuntano paragoni importanti: «Si potrebbero fare i parcheggi sotterranei come a Villa Borghese a Roma, ma servono capitali forti», continua Girolimetti, «ci vorrà un architetto di grido che dia le linee generali e crei qualcosa di unico, un po' come è successo a Bilbao in Spagna, con Frank Gehry e il suo museo Guggenheim». Il presidente si raffredda un po' sull'ipotesi del teatro: «Ci vuole un piano economico, i teatri hanno bilanci in negativo».

Per l'Ance un punto centrale rimane la condivisione del progetto attraverso l'Urban center, il centro di interscambio tra cittadini e istituzioni.

E se il sindaco Mascia assicura che «cercherà di ridurre al minimo l'impatto delle abitazioni», per Girolimetti non è possibile prescindere dalla costruzione di appartamenti, «servono a trovare i soldi per fare il resto».

Un secco «no» alla costruzione di palazzi viene dalle associazioni. Il presidente provinciale di Confesercenti, Bruno Santori si dice «contro ogni tipo di speculazione edilizia, ma senza stare a rimuginare per anni sul da farsi, altrimenti continueremo ad avere la città che ci meritiamo». Ezio Ardizzi, presidente di Confcommercio Pescara si augura che «l'amministrazione decida di fare parcheggi interrati, un terminal bus e il tanto atteso teatro, e poi verde e panchine».

Anche Mauro Angelucci, presidente di Confindustria Pescara, dice «no» alle case e appoggia invece l'idea di «un centro ricettivo per i turisti».

«Nessun palazzo, non c'è mercato», ribatte Carmine Salce, direttore della Cna pescarese (artigianato e piccola impresa), «la città deve ripartire e l'area di risulta non può aggiungersi al lungo elenco di opere fantasma».

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