Bambini e famiglie in attesa per le visite al Pronto soccorso

PESCARA

Salgono a 120 i bambini intossicati 

In forte aumento il numero dei piccoli pazienti e qualche caso tra insegnanti. Accessi anche al Pronto soccorso dell'ospedale di Chieti

PESCARA. - È salito a circa 120 il numero delle persone, principalmente bambini, che da venerdì a oggi hanno avvertito malori con sintomi da tossinfezione alimentare e si sono presentate al Pronto soccorso dell'ospedale di Pescara. Domenica, un'altra giornata difficile. Una settantina di persone, quasi tutti bambini, hanno raggiunto il reparto di emergenza per il perdurare di diarrea, vomito e febbre. Gli stessi sintomi che hanno manifestato sabato altri trenta bambini circa che, allo stesso modo, hanno chiesto di essere visitati. Un'altra ventina oggi.

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Complessivamente, il Pronto soccorso diretto da Alberto Albani, sono circa 120 le persone con sintomi identici. E anche il reparto di Pediatria è stato chiamato a un superlavoro con una ventina di bambini ricoverati (alcuni di quelli entrati sabato hanno lasciato il posto ad altri bimbi, ieri) e molti altri sottoposti ad osservazione e trattamento e rimandati a casa. Un afflusso assolutamente fuori dal comune per lo “Spirito Santo”, per cui i tempi di attesa si sono allungati con  bimbi e genitori che hanno dovuto pazientare un bel po’. Qualcuno, dopo aver capito che c’era da fermarsi parecchio, ha preferito rinunciare. E sono una ventina coloro che si sono rivolti all’ospedale di Chieti (che si è messo in contatto con quello di Pescara per concordare le terapie). Altri hanno annunciato di volersi spostare da Pescara ad Atri. La maggior parte dei pazienti frequenta le elementari e ha 7 o 8 anni e qualcuno è arrivato dalla scuola dell’infanzia, ma tra i “casi” di ieri ci sono anche sei maestre. Impossibile dire cosa accomuni tutti. Le cause del malore, infatti, sono sconosciute ma tra questa mattina e oggi pomeriggio i dubbi saranno sciolti.
I primi a recarsi in ospedale, sabato mattina, sono stati alcuni genitori degli alunni della scuola primaria di via Carlo Alberto dalla Chiesa (piano T), allarmati per le condizioni di salute dei piccoli. Temono sin dal primo momento che dietro i sintomi di questi giorni ci sia la salmonella. E hanno collegato il malessere prolungato al pasto che i bambini hanno consumato a scuola giovedì, quando sono cominciati i fastidi, almeno per alcuni. Il menu prevedeva, tra l’altro, uova strapazzate.

Il centro cottura "Giardino" in via Lago di Borgiano

E ai medici del reparto di Pediatria, diretto da Giuliano Lombardi, è stato segnalato proprio questo elemento comune. L’ipotesi dei medici è di tossinfezione alimentare ma solo gli esami avviati sulle feci (coprocultura) stabiliranno se dietro a questi malesseri ci sia la salmonella o altro, e i risultati sono attesi oggi.
Potrebbe anche trattarsi di una forma virale (“norovirus”), dice il direttore sanitario dell’ospedale Rossano Di Luzio, visto che i sintomi sono uguali, il periodo di incubazione è più o meno lo stesso (dalle 12 alle 24 ore, massimo 48) e la durata della malattia è compresa tra 4 e 6 giorni. In questo periodo molti sono stati colpiti dal virus per cui gli interrogativi si sono moltiplicati. Le cure sono partite subito per tutti, anche nei confronti di chi è stato rimandato a casa perché non era in condizioni non preoccupanti. «Il trattamento (antibiotico) che stiamo seguendo è quello per la salmonella, anche se al momento si tratta soltanto di un sospetto», spiega Lombardi che ha deciso il da farsi «di comune accordo» con il primario di Malattie infettive, Giustino Parruti.

Il reparto di Pediatria dell'ospedale di Pescara

Non è stato necessario, invece, attivare il «piano di riserva», come lo definisce Albani, pensato per un eventuale picco di ricoveri, con il ricorso a spazi e personale aggiuntivi. Ma in Pediatria non si è tenuto conto degli orari di lavoro e si è andati avanti ad oltranza.
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