Sant’Andrea batte il mancato dragaggio 40 barche in corteo

Il patrono dei pescatori portato sulla Emily C dei Camplone Gettata una corona per ricordare il pescatore Dell’Osa

PESCARA. Qualche ruga la mostra, come qualche brandello scrostato di tunica e manto sul retro. Però padre Aldo D’Ottavio, superiore della comunità degli Oblati, ha annunciato che farà riparare tutto l’anno prossimo. D’altronde, pochi lo sanno, ma anche la statua che raffigura Sant’Andrea è fatta di cartapesta e arriva da lontano, da Lecce, e proprio quest’anno compie i 70 anni, l’anno del ritorno in mare dopo la pausa forzata del 2012 a causa del mancato dragaggio. Nel 1943, la statua fu prelevata in prestito dal Salento e portata a Pescara. Ma sono solo segni esteriori perché «la passione per il rito», come nelle parole del proprietario dell’imbarcazione che ha portato il santo in processione, Massimo Camplone con il fratello Massimiliano al timone, «nel corso degli anni, è rimasta sempre la stessa». Come ieri mattina, alle 10,45, quando la Emily C, nuova nuova, appena due anni di vita, è salpata dal porto per arrivare fino al confine con Montesilvano, in direzione della chiesa del Rosario (la tappa meridionale è stata invece all’altezza delle stele dannunziana), per deporre in mare la prima delle 4 corone. E già, una in più delle tradizionali tre, poiché quest’anno, presente la vedova, si è commemorata anche la scomparsa di Cristian Dell’Osa, il pescatore morto in mare l’anno scorso durante un’uscita in mare. E sarà pure che i più anziani ricordano le piccole barche da pesca, che, tutte bardate, e soprattutto personalizzate per distinguersi orgogliosamente le une dalle altre, in fila, una dietro l’altra, seguivano in silenzio quella che ospitava la statua, ma la mattinata di ieri, con l’imbarcazione capofila attorniata, come a disegnare la punta di una freccia, da circa quaranta altri pescherecci, è stata davvero emozionante. Nei decenni passati essere il natante che avrebbe portato la statua in mare era un punto d’arrivo: un privilegio che però poteva toccare a tutti visto che nella cantina di “Ricuccio”, ricorda padre Aldo, si tirava a sorte per questo. Una demarchia del tempo andato quando anche la cartapesta che rappresentava Sant’Andrea aveva dei colori diversi: l’azzurro per la tunica, a significare l’umanità, e il manto di color rosso porpora, a simboleggiare il martirio, «mentre oggi la tunica è un giallo sahariano».

Ma della processione in mare celebrata dai pescatori di Borgo Marino ha ricordi che affondano lontano anche il presidente dei Sindaci di gruppo, che raccoglie ufficiali e sottufficiali della Marina militare: anzi, Alessandro Biondo è uno dei veterani che più volte ha partecipato alla cerimonia in acqua. «Questa per me è la venticinquesima volta», racconta con orgoglio, ricordando che l’anno scorso «si arrivò solo al secondo trabocco». Processione di esordio ieri per il comandante della Direzione marittima, Luciano Pozzolano – «Mi dicono che questa è una della processioni più sentite» –, il quale sottolinea che dalla settimana scorsa è stato dato il via per arrivare a meno 6 metri nella darsena commerciale.

E se sacro e profano si mischiano anche nel mettere insieme il senso religioso della traversata in mare, con l’occasione, come per molti dei partecipanti delle altre imbarcazioni, di trascorrere qualche ora al largo per la tintarella, lo spirito ha ammantato tutta la crociera soprattutto nel commovente ricordo della Vichingo II, che a bordo aveva appunto Dell’Osa. Un dolore analogo che ritorna se si pensa alla conclusione di questa sera e ai suoi fuochi d’artificio, in quanto è freschissima la tragedia della Pirotecnica di Città Sant’Angelo, che per alcuni anni ha fornito il servizio alla manifestazione. «I giochi pirotecnici ci saranno», ha confermato ieri mattina Massimo Di Francesco, presidente del comitato organizzatore, «però saranno interrotti da un minuto di raccoglimento, nel quale verrà proposto il silenzio, proprio in memoria dei Di Giacomo, dal maestro della Rai Andrea Olori».

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