«Sarò sindaco a 32 anni e trasformerò Pescara»

Intervista a Enrica Sabatini, candidata del Movimento 5 Stelle: vinceremo noi Destra e sinistra sono uguali e hanno fallito, siamo l’alternativa per governare

PESCARA. «A 32 anni, nel Nord Europa, si può diventare ministro e non vedo perché io non possa fare il sindaco della città in cui sono nata e cresciuta». Enrica Sabatini, candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, psicologa ed esperta di Internet, si chiede «perché no?» e parla chiaro: «Alle elezioni del prossimo 25 maggio vinceremo noi e trasformeremo Pescara. Destra e sinistra sono uguali, un partito unico, e sono il passato, noi siamo il futuro». Ieri prima uscita pubblica, domani alle 18,30 presentazione in piazza Salotto con il senatore Gianluca Castaldi e i deputati Gianluca Vacca e Daniele Del Grosso.

Perché i pescaresi dovrebbero votare proprio lei?

«I pescaresi non devono dare fiducia solo a me ma anche e soprattutto al gruppo che mi sta accanto: devono darci fiducia perché siamo persone competenti, pronte a metterci in gioco e a impegnarci per Pescara. Persone che, con onestà, obiettività e competenza, lavoreranno per risolvere i problemi di Pescara: lo faremo per i cittadini e non perché rappresentiamo gruppi di interessi. Noi siamo liberi».

Pescara ha alle spalle un’amministrazione di centrosinistra finita in anticipo per un’inchiesta giudiziaria sul Comune; il centrodestra che ha governato per i successivi 5 anni oggi litiga. Con voi cosa accadrebbe?

«Noi siamo l’alternativa, a partire dal programma che sarà fatto con i cittadini: saranno loro a dirci le proprie esigenze e noi, con le nostre competenze, le realizzeremo. È un rovesciamento della politica: noi siamo un mezzo e non amministratori che calano soluzioni dall’alto».

Di cosa ha bisogno Pescara?

«Pescara ha bisogno di innovazione, competenza, onestà, trasparenza. Stiamo già analizzando il bilancio per comprendere le potenzialità della città. Ma per farlo abbiamo bisogno che tornino qui anche i nostri cittadini validi che sono andati in altre città d’Italia o all’estero: ci serve quest’intelligenza collettiva per trasformare Pescara e renderla al livello delle grandi città del Nord Europa».

A ridosso dell’avvio della campagna elettorale Pescara è invasa dai cantieri, a partire da corso Vittorio. È normale?

«Pescara vive in uno stato d’assedio e io per spostarmi in città ci ho messo 45 minuti: sarebbe necessario chiedere all’amministrazione le motivazioni di tutti questi cantieri aperti contemporaneamente. I cittadini che ogni giorno devono andare a lavorare e i commercianti meritano una risposta. C’è una finalità elettorale o si lavora per i cittadini?».

Incontrerà i residenti: cosa si aspetta?

«Tanti cittadini mi hanno già contattato via Facebook e quasi tutti vogliono mettersi a disposizione. Poi, ho sentito via Skype tanti ragazzi, dai 30 ai 35 anni, che si sono trasferiti da Pescara: mi hanno detto che vogliono tornare per mettersi al servizio e mi hanno chiesto di trasformare la nostra Pescara. Noi siamo pronti per farlo e siamo all’altezza».

Cosa prometterà?

«Che porteremo avanti il nostro lavoro con serietà e responsabilità. Daremo la possibilità ai cittadini di usufruire di noi per fare una nuova Pescara».

E il telegramma del sindaco Luigi Albore Mascia se l’aspettava?

«Un telegramma fa piacere, ma bisogna capire perché è stato fatto ed è finito sui giornali».

©RIPRODUZIONE RISERVATA