Schianto con l'auto a Bussi, muore a 35 anni

23 Novembre 2014

Paese in lutto per un giovane idraulico finito nella stessa scarpata dove dieci giorni fa ha perso la vita l’ingegner Ricci

BUSSI SUL TIRINO. Nuovo dramma sulla statale 153, al chilometro 2+500, a qualche decina di metri dal luogo dove lo scorso 12 novembre morì carbonizzato un ingegnere originario di Castel di Sangro residentea Città Sant'Angelo. Questa volta, la vittima è un giovane di 35 anni, Andrea Piersante, idraulico di Bussi che con la sua auto è finito nella stessa scarpata non protetta da guard rail dove, dieci giorni fa, trovò la morte Piero Ricci.

La tragedia alle 2,30 di ieri notte. Il giovane, dopo una serata trascorsa a Bussi, avrebbe dovuto raggiungere gli amici che erano in un locale a Pescara per concludere insieme la notte. Parte da solo con la sua auto sportiva, una Toyota Celica 1800. Ma la sua corsa si arresta subito, appena uscito dal centro abitato. Il luogo dell'incidente dista meno di un chilometro dalle prime case del paese. Affrontate le due semicurve che immettono sul rettilineo, la Toyota comincia a sbandare e il giovane alla guida non riesce a controllarla: si gira, cambia corsia e poi giù nella scarpata con un urto violento contro gli alberi. Le prime auto in transito si fermano e danno l'allarme. Andrea è ancora cosciente, anche quando arriva il 118 dall'ospedale di Popoli dove viene trasportato. Ma appena arrivato nel reparto di emergenza, i medici si accorgono che le condizioni del paziente si aggravano e decidono per il trasporto all'ospedale di Pescara.

Andrea Piersante muore durante il viaggio per le gravi lesioni interne causate dal violento urto. Sul luogo dell’incidente, arrivano i carabinieri della compagnia di Popoli coordinata del tenente Tonino Marinucci, al comando del maresciallo capo Francesco Macchia. I militari procedono ai rilievi, mentre la ditta specializzata Di Vello, di Tocco da Casauria, recupera l'auto nel ofsato.

La notizia si diffonde già nella notte in paese. Il risveglio è in segno di lutto, nel dolore e nella disperazione. Il giovane viveva con i nonni Francesco D'Ortenzio e Mina, ai quali si stringono in un abbraccio affettuoso tutti i bussesi. Andrea era un ragazzo benvoluto da tutti: lavoratore scrupoloso, carattere aperto. Bel ragazzo, molto corteggiato. Già dal mattino gli amici invadono la sua pagina Facebook di messaggi di affetto. Uno per tutti, quello di Federica, un’amica, che riassume la personalità del giovane: «A Te, una persona alla quale è impossibile non dedicare un pensiero, A Te che ti sei sempre distinto per la gentilezza e i tuoi modi di fare. A Te che con affetto sincero non esitavi ad essere presente anche dove avevi difficoltà ad esserci. A Te, una delle persone con un'enorme ricchezza d'animo che la vita ha fortunatamente voluto che io conoscessi».

La salma composta all'obitorio dell'ospedale pescarese è stata visitata ieri da centinaia di compaesani. Andrea amava giocare a biliardo e gli amici hanno voluto inserire nella casa la sua stecca. Il sindaco Lagatta ha fatto giungere alla famiglia il cordoglio dell'amministrazione. Oggi, alle 15.30, i funerali celebrati da don Corrado nella chiesa di San Biagio.

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