«Sciopero contro il genocidio», oggi il corteo nel centro di Pescara

Usb, Rifondazione comunista e le associazioni invitano alla mobilitazione: «Non lavoriamo per la guerra». Si parte da piazza Sacro cuore, comizio sotto la sede della Regione: Gaza rasa al suolo, non si può tacere
PESCARA. Sciopero generale «contro il genocidio», oggi dalle ore 10 nel centro di Pescara. «Non lavoriamo per la guerra, giù le armi e su i salari», con questo slogan il sindacato Usb chiama a una mobilitazione generale. «Con la Palestina nel cuore», si parte da piazza Sacro cuore e poi, in corteo lungo corso Vittorio Emanuele, fino a piazza Unione, sede del consiglio regionale, per il comizio finale. A organizzare la manifestazione, insieme all’Usb, ci sono i partiti Potere al Popolo e Rifondazione Comunista, le associazioni Mediterranea, Attac, Oltre il Ponte, CaSa del Popolo La Conviviale e una rete di volontari.
appello usb
Dopo la fiaccolata regionale di venerdì scorso ideata dalla Cgil a Pescara e gli altri cortei a Teramo, L’Aquila e Vasto, quella di oggi a Pescara è una delle sessanta manifestazioni organizzate in Italia: «Sarà un grande sciopero generale che bloccherà il Paese», è la previsione dell’Usb, «i segnali sono ormai talmente forti che non abbiamo più dubbi: saranno tanti i lavoratori e le lavoratrici che si fermeranno. Non sono più solo i portuali di Genova, dai quali è partito l’appello alla lotta, ma è ormai un fiume in piena che attraverserà la penisola e culminerà nelle proteste di oggi». L’Usb chiede di scendere in piazza per “scortare” idealmente le navi della Global Sumud Flotilla fino a Gaza, un’operazione a rischio perché Israele ha annunciato che tratterà gli equipaggi come terroristi.
studenti in strada
Secondo l’Usb, «il trasporto pubblico si fermerà in moltissime città e questo sarà già di fortissimo impatto. A scioperare non saranno solo i lavoratori del trasporto: ci saranno le fabbriche, la logistica, i settori pubblici, la scuola, i vigili del fuoco, il commercio, l’energia. E poi», sottolinea il sindacato, «ci saranno gli studenti, con la loro spinta e il loro entusiasmo: saranno tantissimi e faranno la differenza. Lo sdegno per quello che sta succedendo a Gaza e per la complicità dei governi occidentali, Italia in testa, è trasversale e non ha confini».
«BASTA SPESE MILITARI»
Ma lo sciopero, dice l’Usb, «non è solo contro il genocidio del popolo palestinese e per difendere una operazione umanitaria e rompere l’assedio di Gaza: lo sciopero è contro la guerra e l’enorme aumento delle spese militari. Il governo Meloni non fa niente per fermare Israele ma, contemporaneamente, sta aumentando a dismisura le spese per costruire e acquistare nuovi armamenti. Non ci sono soldi per aumentare i salari, per combattere la precarietà, per un sistema sanitario efficiente, per aumentare le pensioni minime o ridurre gli anni di lavoro per arrivarci alla pensione. Però ci sono decine e decine di miliardi per le fabbriche d’armi».
RIFONDAZIONE ALZA LA VOCE «La Striscia di Gaza, un fazzoletto di terra grande poco più di un terzo della provincia di Pescara bombardato ininterrottamente da quasi due anni, brucia», dicono Viola Arcuri e Corrado Di Sante, co-segretari di Rifondazione comunista, «l’esercito israeliano continua da mesi ad impedire ingresso di cibo, medicine, giornalisti. Le file per l’acqua sono diventate poligono da tiro. Con l'invasione», concludono Arcuri e Di Sante, «si procede letteralmente radendo al suolo ogni edificio ancora in piedi e sterminando civili in fuga o accampati tra le macerie, per fare di Gaza come barbaramente affermato da un ministro del governo Netanyahu “una miniera d'oro immobiliare”. Non si può più tacere».