Sparatoria a Pescara, il 20enne finisce in carcere: un anno fa investì un balneatore

Domani l’interrogatorio di Dante Morelli, il giovane che ha sparato tra i palazzi minacciando il rivale in amore. A luglio 2024, con altri tre, aveva picchiato e travolto con l’auto il titolare dello stabilimento “Già sai”
PESCARA. Il giorno dopo la sparatoria in via Cetteo Ciglia le pattuglie girano e scrutano il quadrilatero dove venerdì, all’ora di pranzo, si è sfiorata la tragedia. Perché Dante Morelli, 20 anni da compiere ad ottobre, a bordo della sua auto gialla aveva una pistola carica, una bustina con dentro altre munizioni e poco più di dieci grammi di cocaina. Un mix letale che avrebbe potuto scatenare il putiferio, con bambini e famiglie che a quell’ora, poco dopo le 13.30, si trovavano a passeggiare sui marciapiedi del quartiere. Solo per un puro caso i quattro colpi a fuoco sparati dalla pistola che teneva in mano il 19enne non hanno colpito nessuno: quattro i proiettili rimasti sull’asfalto dopo i colpi diretti verso il terzo piano del palazzone di via Ciglia, verso il balcone dove era affacciato Luigi Ciarelli, 36enne già noto alle cronache per il coinvolgimento nell’omicidio dell’ultrà Domenico Rigante. Tra di loro un conto in sospeso per una donna, 23 anni, che venerdì ha assistito al Far west tra i due rivali in amore.
Domani, alle 10, nel carcere di San Donato è attesa l’udienza di convalida dell’arresto per Dante Morelli, che dovrà rispondere di detenzione abusiva di armi e spari a fuoco in luogo pubblico (il pm titolare del fascicolo è Paolo Pompa). Per il giovane sono scattate anche le denunce per guida senza patente e spaccio. Il 19enne è, al momento, difeso dall’avvocato Fabio Abbruzzese. Finisce così ancora nei guai il giovane, indagato con l’accusa di tentato omicidio per aver picchiato e investito in auto il titolare di “Già sai”, stabilimento balneare sul lungomare Papa Giovanni XXIII, e tre addetti alla sicurezza del locale. Un anno fa, quella notte di luglio, con lui sono finiti nei guai altri tre ragazzi. Ma il giovane, residente a Pescara, è un volto già noto alle forze dell’ordine per altri precedenti, come disordini fuori da una nota discoteca della riviera.
Tuttavia questa volta ci sarebbe un motivo sentimentale all’origine del litigio con Ciarelli: il 36enne da tempo sta scontando i domiciliari per l’omicidio Rigante, quando partecipò, la notte del primo maggio 2012 in un appartamento di via Polacchi, all’aggressione a colpi di casco contro l’ultrà biancazzurro. Il 36enne ora può uscire di casa solo in orari programmati per svolgere attività di volontariato. Venerdì i due uomini si sono affrontati con le parole. Ciarelli dal balcone al terzo piano e Morelli sotto il palazzo in via Ciglia, arrivato a bordo della sua auto, una Audi RS3 gialla su cui viaggiava anche la 23enne: un passato con Ciarelli e un presente con Morelli. Secondo la ricostruzione, i due avrebbero iniziato a discutere e Ciarelli avrebbe lanciato dal balcone un coltello (poi ritrovato dalla polizia a pochi metri da dove si era fermata l’Audi).
Così l’ira del 19enne che ha gridato: «Ti ammazzo, ti uccido». Quattro spari a fuoco verso l’alto e la fuga a tutta velocità. Il resto è la cronaca di un inseguimento che ha portato gli agenti della squadra Volante, diretti dal dirigente Pierpaolo Varrasso, nel parco del Belvedere di San Silvestro. Qui il ritrovamento dell’auto gialla abbandonata e i due fidanzati che stavano cercando di fuggire a piedi, tra la vegetazione. Durante i controlli, gli agenti hanno ritrovato nel parco non solo la pistola ancora carica usata dal 19enne, ma anche ulteriori munizioni pronte all’uso. In auto inoltre cocaina, bilancino e materiali per il confezionamento della droga.
@RIPRODUZIONE RISERVATA