Sicurezza a rischio La polizia in piazza contro la Finanziaria

PESCARA. Presidio e raccolta firme per protestare contro i tagli alla sicurezza previsti dalla nuova manovra finanziaria del Governo. Le sigle sindacali del comparto sicurezza e della polizia sono scese in campo ieri mattina in tutte le piazze italiane per dire no ai «tagli indiscriminati all'apparato e agli stipendi» e per informare i cittadini dei «gravi rischi che corre il diritto alla sicurezza».

Davanti alle Poste Centrali in corso Vittorio Emanuele, i sindacati provinciali di Siulp, Sap, Siap-Anfp, Silp-Cgil, Ugl-Polizia di Stato, Coisp e Anfp hanno esposto alcuni striscioni con i simboli delle organizzazioni.  Poco più avanti un gruppo di manifestanti ha distribuito volantini informativi sulle scelte per il comparto ai passanti e invita i cittadini fermarsi al banchetto allestito accanto all'entrata dell'agenzia postale per firmare la petizione di protesta.

«L'ultimo concorso in Polizia risale al 1996», ricorda Francesco D'Amore, segretario del Siulp, «ogni anno tremila persone raggiungono la pensione e l'età media dei nostri uomini si è alzata a 48 anni».  Sono tanti i pescaresi che si sono fermati incuriositi per saperne di più.  Alcuni erano a conoscenza della riduzione dei fondi alle foze dell'ordine, mentre la maggior parte ignorava le difficoltà con cui gli agenti sono costretti a fare i conti. 

Secondo i sindacati, gli effetti della manovra del Governo si vedranno in autunno, quando ci sarà la «riduzione delle Volanti per il controllo del territorio e la chiusura dei commissariati». «Alcune sedi provinciali non hanno i soldi per l'acquisto della benzina per le auto di servizio e il parco macchine è composto da mezzi con 200mila chilometri», denuncia D'Amore. «Per il momento Pescara non soffre disagi di questo tipo, ma se si continuerà a tagliare saremo coinvolti anche noi». 

«Il Governo, invece di eliminare gli sprechi e far pagare le tasse, riduce il diritto alla sicurezza», rimarca Giovanni Catitti, segretario provinciale Coisp, che fa notare che «il costo delle auto blu dei politici ammonta, complessivamente, a 21 miliardi di euro, poco meno dell'intera Finanziaria».  A fine giornata le firme raccolte per bloccare la manovra governativa sono tantissime. I nominativi saranno inviati alle segreterie nazionali e fatte recapitare al Viminale. (y.g.)

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