PENNE

Sit-in dei lavoratori davanti alla Brioni

Protesta dei lavoratori della Brioni di Penne per scongiurare la crisi dello stabilimento tessile Vestino

PENNE - Sit in dei lavoratori della Brioni questa mattina a Penne. Dalle 6.45 alle 22 i lavoratori a turno si alterneranno nel presidio.

"Questa è una vertenza difficilissima che - spiegano Debora Del Fiacco Uiltec Uil, Antonio Perseo Filctem-Cgil e Leonarido D'Addazio Leonardo Femca-Cisl - dal tavolo ministeriale con la presentazione del piano industriale in cui l'azienda ci aveva prospettato 320 esuberi che però abbiamo gestito in maniera condivisa inizialmente con incentivi all'esodo e uscite volontarie. Oggi però l'azienda non sta rispettando l'accordo dell'aprile scorso e quindi le discussioni al Mise e poi in Confindustria, annunciando la chiusura dei reparti produttivi camiceria e maglieria e di fatto attuando delle uscite forzate e non condivise come era stato inizialmente deciso. Noi siamo qui oggi però a tutela di tutti i lavoratori della Brioni perché con quello che sta succedendo oggi vogliamo scongiurare che non accada in seguito per gli altri siti produttivi. Siamo qui per dire all'azienda di tornare ad un atteggiamento di condivisione per una trattativa per una azienda così importante chiedendo aiuto alle istituzioni e al Ministero al fine di gestire nel modo migliore questa vertenza, affinché ci sia il minor impatto sociale su un territorio che si regge proprio con questi vari siti produttivi. Questa è una vertenza che riguarda il futuro dell'intero territorio".
Le tre sigle sindacali poi allargando il discorso in chiave regionale per le varie vertenze occupazionali in atto "purtroppo anche in Abruzzo stiamo vedendo che le grosse aziende e le multinazionali delocalizzano all'estero perché hanno situazioni economiche migliori rispetto a quelle che poi ha i in questo Paese per cui noi dobbiamo fare in modo che si metta in campo una politica industriale per far diventare più appetibile il nostro territorio e far arrivare anche nuove aziende. Oggi invece ci troviamo di fronte all'ennesima grossa azienda che fa parte di un grande gruppo francese che sta mettendo fuori 320 lavoratori".