Stadio, il Comune chiude i magazzini del Pescara calcio

Sbarrato l’accesso ai locali dove ci sono le divise per le gare L’ente: c’ è un debito di 73 mila euro. La società: non è vero

PESCARA. Il Comune ha sfrattato il Pescara calcio dai magazzini all’interno dello Stadio adriatico. Con un’iniziativa a sorpresa, l’ente ha fatto sbarrare, con porte dotate di serrature, l’accesso a una decina di locali, di cui due adibiti a lavanderia, che si trovano sotto la curva sud.

Un’azione interpretata dalla società come l’ennesimo atto di ostilità da parte del Comune. Tra l’altro, nei magazzini chiusi vengono conservate le divise per le gare ufficiali della squadra e la pressa per stampare nomi e numeri sulle magliette, che ora non sono più accessibili. Insomma, i disagi non mancano. E di tutto questo il sindaco non ne sapeva nulla. Sarebbero stati il dirigente allo sport Tommaso Vespasiano e il responsabile del servizio Angelo Giuliante a decidere autonomamente la chiusura dei locali. I due dipendenti avrebbero motivato il gesto con l’avvio dei lavori che l’amministrazione comunale ha commissionato a una ditta per far sistemare i magazzini e la vecchia lavanderia, ridotti a uno stato di abbandono e degrado a causa delle infiltrazioni d’acqua. Ma dietro questa operazione, in realtà, ci sarebbe un debito di circa 73mila euro, accumulato dalla società per non aver pagato l’affitto dei locali. Questa è almeno la versione fornita dal Comune. Resta il fatto che la chiusura dei locali è avvenuta all’insaputa del sindaco e ieri Mascia, messo al corrente della situazione dal Centro, è andato su tutte le furie. «Sono arrabbiato, perché la struttura tecnica non mi ha informato», ha detto, «ha preso la decisione senza dirmi nulla».

Prima di far scattare il provvedimento di chiusura, ci sarebbe stato uno scambio di lettere tra ente e società. Il Comune avrebbe chiesto al Pescara calcio di liberare i locali per poter procedere ai lavori di ristrutturazione. La società avrebbe risposto di non essere più interessata a quegli spazi e di aver anche trasferito la sua lavanderia all’esterno. Prima dei lavori c’è stato anche il sopralluogo della commissione Finanze dell’ente. Poi, venerdì scorso l l’installazione di porte dotate di serrature. Duro il commento dell’amministratore delegato della Delfino Pescara 1936. «Utilizziamo quei locali da anni e nessuno ci ha mai detto niente», ha affermato Alessandro Acciavatti. «La verità», ha proseguito, «è che continuiamo ad avere problemi con il Comune dall’estate scorsa». I primi contrasti, in effetti, sono emersi subito dopo l’estate, quando il Pescara calcio non ha più fornito i biglietti gratis per l’ingresso allo stadio Adriatico ai politici dell’ente. Subito dopo, è scoppiata anche la polemica sulla gestione del bar dello stadio. Ora, è toccato ai locali. Acciavatti ha però escluso che la società possa avere dei debiti nei confronti del Comune. «Abbiamo sempre pagato tutto», ha assicurato, «adesso paghiamo anche il noleggio delle luci che ci costa 10mila euro a partita. Comunque, mi occuperò della vicenda lunedì (domani, ndr), adesso sono troppo occupato a pensare alla partita».

©RIPRODUZIONE RISERVATA