Stop all’acqua della diga, l’ira degli agricoltori

Gli utenti del consorzio Bonifica centro: «Assurdo avviare i lavori straordinari ora, in piena estate»
PENNE. Il Consorzio di Bonifica Centro chiude l’erogazione dell'acqua per ultimare i lavori della diga di Penne e l'agricoltura vestina va in crisi. Dopo l’annuncio del presidente Enisio Tocco, dal 10 luglio è in vigore lo stop, dovuto alla concomitanza di due fattori: «da un lato l'ormai prossimo raggiungimento del livello minimo di invaso, dall’altro la necessità di proseguire i lavori di manutenzione straordinaria dell’infrastruttura idraulica». Così recitava il comunicato del Consorzio di alcuni giorni fa. Il tutto in attesa del completo svuotamento del lago artificiale previsto ad agosto.
I consorziati su tutte le furie ora vedono a serio rischio le coltivazioni che in questo periodo di caldo estremo avrebbero bisogno di grandi quantitativi d'acqua per sopravvivere. E invece si ritrovano a secco. Il rischio è un crollo delle produzioni per decine di aziende agricole della vallata.
«La sospensione dell’irrigazione in piena stagione estiva è l’ultimo dei regali ai consorziati di un Consorzio di bonifica in affanno praticamente su tutto, eccetto che sul fronte tassazione, ed il residuo di acqua - che comunque non sarebbe stato disprezzato – negato, residuo che forse sarà erogato dopo che le vegetazioni saranno state danneggiate», dicono in una lettera pubblicata sui social i membri del Comitato Bonifica sostenibile. Che proseguono nell’affondo: «Lavori “straordinari” iniziati in piena estate, ci siamo chiesti: cosa sarebbe cambiato se li avessero iniziati in ottobre, periodo nel quale il servizio idrico viene comunque sospeso? Almeno da questo sacrificio ne trarranno beneficio i consorziati? La risposta è no. Ci si aspettava un intervento volto ad ampliare la capacità di raccolta delle acque per far fronte a stagioni siccitose come questa ed invece i lavori della Diga, per i quali il Consorzio spenderà oltre 3,5 milioni di euro, sono finalizzati unicamente al ripristino degli organi di scarico in ipotesi di eventi alluvionali (manutenzione della “valvola di fondo”), tradotto non porteranno un solo litro di acqua in più per l’irrigazione, né nel breve né nel lungo periodo».
Togliere l’acqua agli agricoltori nel picco della stagione calda ha lasciato molto perplessi gli operatori dell’agricoltura dell’area vestina, produttori di tante eccellenze che nascono sul territorio. «Ci si chiede: perché eseguire i lavori ora e perché togliere in questo periodo l'acqua agli agricoltori per un lavoro che doveva essere fatto in inverno? Dato che gli agricoltori avranno ingenti danni, chi ne trarrà beneficio? In questa vicenda abbiamo una sola certezza, ovvero che riusciranno ad addebitarci anche le spese extra di questa nuova, intempestiva, tardiva iniziativa milionaria. Pagheremo noi anche questo perché - a dispetto di quanto prevede una legge dello Stato – è divenuta consuetudine contabile del direttore generale Tenaglia addebitare le spese della diga a carico degli agricoltori, cosicché tutto quello che spenderanno e che non troverà capienza nei finanziamenti pubblici si tradurrà in una nuova voce di spesa in bolletta».
Lo scontro a breve si rinnoverà in tribunale: il 19 luglio c'è l’udienza del ricorso al Tar (il terzo, vinti i due precedenti) del comitato Bonifica sostenibile contro il Consorzio.