Strada parco: «Tre misteri dietro i pini abbattuti», la consigliera Barba svela le carte

Il caso a Pescara. La consigliera di opposizione: «Radici tagliate durante i lavori», e l’accusa: «Perché l’ordinanza dei tagli non era visibile?»
PESCARA. L’assessore al Verde, Orta, che non dà spiegazioni se non che le piante «sono a rischio», e la commissione Ambiente che doveva essere convocata urgentemente, come sollecitato dal presidente del Consiglio Santilli, che è svanita nel nulla. O meglio, è stata convocata per oggi, sì, ma per parlare del piano acustico, e non del caso degli alberi abbattuti (tre) e da abbattere (cinque) sulla strada parco. E allora, almeno per sapere cosa ha condannato i tre pini alla fine, la consigliera Simona Barba (AVS-Radici in comune) si è presa la briga di «esaminare le poche carte a disposizione». E quello che emerge dalle schede valutative dei tre alberi secondo Barba sono altrettanti misteri, sebbene dalle carte emerga che andavano tutti abbattuti (uno per “rischio moderato” e due per “rischio elevato”), e che tutti e tre erano infestati dalla cocciniglia.
MURETTO E RADICI TAGLIATE
Il primo mistero: «Il primo rilievo degli alberi è del 2022, il secondo, quello mortale, è del luglio 2025. Il problema principale, per tutti e tre, è il conflitto con il muretto di contenimento e ci sono delle foto di un cantiere del 2023 per il suo rifacimento. In sintesi il dubbio del tecnico è se le lavorazioni del 2023 abbiano compromesso l’apparato radicale». Ma, rimarca la consigliera, «se è un dubbio, di norma si effettua la prova di trazione, l’unica che ha possibilità di chiarire come sia lo stato radicale. O forse non è un dubbio? In effetti ci sono le foto del cantiere, quindi qualcuno dell’amministrazione visionava al tempo, ma se qualcuno controllava, come è stato possibile che quell’intervento abbia tagliato le radici, visto che è vietato da leggi nazionali fino al nostro regolamento comunale?». E attacca: «La nostra amministrazione ha permesso quindi che quelle radici fossero tagliate? Ha permesso il danneggiamento di un bene pubblico da parte di un intervento privato? E poi ha pensato, dobbiamo togliere gli alberi ma facendo finta di non sapere nulla? Ed è per questo che si è ritenuto di non fare la prova di trazione?».
L’ORDINANZA NASCOSTA
Secondo mistero. «Il 7 ottobre la dirigente del settore Verde firma un dispositivo di abbattimento degli alberi. Nessuno dei consiglieri lo trova, e anche oggi sull’Albo pretorio di Pescara al 7 ottobre non compare nulla. Però alla fine l’ho trovato mettendo il titolo del dispositivo avuto da una foto provvidenziale. Quindi la nostra amministrazione è così trasparente che se sai il titolo del documento lo trovi, sennò nisba?». E però nei giorni dell’abbattimento era ben visibile l’ordinanza per le potature lungo la strada parco, motivo per cui era stato sospeso anche il passaggio della filovia per due giorni. E per questo ironizza Barba: «In fondo l’abbattimento è solo l’ultimo metro di una potatura, infatti correttamente la nostra amministrazione ha emesso una ordinanza sulla Strada Parco per il giorno 23 e 24 per potature. E questo documento sull’Albo c’era e ben visibile».
COCCINIGLIA E RAMI A TERRA
Terzo mistero, la cocciniglia: «I pini erano infestati da cocciniglia, nessuno li aveva curati, e si sapeva dal 2022, e quindi per il trattamento andava applicato il decreto ministeriale 3 giugno 2021, secondo cui “il materiale deve essere gestito come materiale a rischio”». Ma nessuna delle disposizioni del decreto, rimarca Barba, è stata rispettata. E spiega: «Nel decreto si dice di “evitare spargimento, movimento incontrollato e contatti con altre piante”. Così come ci sono regole precise per il trattamento del materiale infestato, tenendo presente che “è vietato lasciare i residui sul posto, accatastati o dispersi, perché le ninfe e le uova della cocciniglia possono sopravvivere anche su materiale morto”. Ebbene», dice Barba, «dopo tre giorni i resti sono ancora lì, al vento, per dare modo e tempo alle cocciniglie di andare su un nuovo pino vivente». E allora, il terzo mistero, «chi comminerà al Comune la sanzione da mille a seimila euro prevista se non si applicano le misure re fitosanitarie per la cocciniglia tartaruga?».
«Alla fine abbiamo perso i nostri alberi, con chiara raccomandazione del tecnico che non siano ripiantati. La nostra non è una città per gli alberi, ma», conclude, «questo non è un mistero».

