Studente bocciato, la famiglia fa ricorso al Tar e vince. I giudici: “Eccesso di potere del giudizio”

Pescara, la battaglia legale. Lo studente dell’Istituto Volta era stato rimandato con voti appena sotto la sufficienza e poi respinto. I giudici danno torto alla scuola: l’alunno va riammesso
PESCARA. «Eccesso di potere del giudizio di inidoneità». È questo uno dei motivi alla base della sentenza con cui il Tar di Pescara per due volte ha imposto all’istituto Alessandro Volta di Pescara l’annullamento di una bocciatura.
Tutto inizia durante l'anno scolastico 2023-2024, quando un ragazzo iscritto al terzo del liceo scientifico Sportivo, guidato dalla dirigente scolastica Maria Pia Lentinio, viene rimandato in due materie, fisica con una valutazione di 5,6, appena sotto la sufficienza e matematica con una valutazione di 5 su 10. L'esame a settembre non viene superato e così l'alunno viene bocciato. La famiglia però non ci sta, convinta che alla base della bocciatura ci fosse una mancanza di attenzione da parte del docente e della scuola, e decide di presentare un primo ricorso al Tar, volto all’ammissione dello studente al quarto anno, con richiesta di sospensiva della bocciatura. Il Tribunale analizza il caso e dà ragione alla famiglia, imponendo al liceo di ritornare sui suoi passi, poiché come si legge nel provvedimento, «la motivazione addotta dall’Istituto scolastico risulta meramente formale e stereotipata, in quanto non tiene conto dell’andamento scolastico complessivo dell’alunno, che è risultato positivo sia nel primo che nel secondo anno della scuola secondaria di primo grado, come pure al termine del primo e del secondo quadrimestre del terzo anno allorquando egli conseguiva una valutazione positiva in tutte le discipline del corso, ad eccezione di matematica e fisica. Detta valutazione, peraltro, manca di motivazione anche in ordine ad un giudizio predittivo sulle possibilità di recupero in un più ampio periodo scolastico, ovvero nel corso di un eventuale quarto anno di frequenza mediante specifiche strategie di intervento», continuano i giudici.
Campione di arti marziali, il ragazzo aveva deciso di iscriversi al liceo scientifico Sportivo per conciliare, come lui stesso ha confessato in un suo elaborato, le sue passioni con il percorso formativo. Durante il primo anno, secondo quanto spiegato dalla famiglia, la sua media è stata dell'8. Nel secondo del 7,8 e nel terzo anno, nonostante le insufficienze in fisica e in matematica, era comunque del 7,2. Di fronte alla decisione del Tar che ha imposto alla scuola l’obbligo di riesaminare il provvedimento, anche perché «il numero di rimandati in fisica e soprattutto in matematica appare deporre nel senso di un margine eccessivo tra il processo di insegnamento e quello di apprendimento nella scuola», scrivono nella sentenza, il consiglio d'istituto all'unanimità ha deciso di confermare la bocciatura.
La famiglia non si arrende e presenta un secondo ricorso al Tar. Anche in questo caso, il tribunale le dà ragione e accoglie l’istanza di ammissione con riserva, anche alla luce del fatto, come spiegano i giudici che «l’istituto che ha frequentato come uditore nella classe successiva ha certificato le ampie capacità di apprendimento dello studente se adeguatamente coinvolto e valutato (ha conseguito una valutazione di 8,5/10 in matematica, e nel complesso il giudizio è positivo sia in matematica sia in fisica), anche nella classe quarta». In attesa infatti del percorso in tribunale, il ragazzo si era iscritto in un altro liceo, con indirizzo Scienze applicate, venendo ammesso come uditore. In pratica l’allora diciassettenne avrebbe dovuto sostenere a giugno un esame finale per il terzo, e poi ad agosto uno per il quarto. Passando a quel punto al quinto liceo. Nel frattempo il Tar ha dato nuovamente ragione alla famiglia, annullando la bocciatura, consentendo all’alunno di essere ammesso con riserva, frequentando regolarmente nell’altra scuola il quarto, che ha concluso a giugno scorso, con una media del 7,4.
Con la sentenza conclusiva dei giorni scorsi il Tar ha imposto al Volta il pagamento di tre quarti delle spese sostenute dalla famiglia.

